Venezia, prof si ribellano al 4 novembre: "Non incontriamo i militari"

Gli insegnanti si giustificano così: "L'articolo 11 della nostra Costituzione afferma che l'Italia ripudia la guerra"

Venezia, prof si ribellano al 4 novembre: "Non incontriamo i militari"

Alcuni docenti e una classe del liceo classico Marco Polo di Venezia hanno disertato un incontro con due ufficiali della Marina militare e della guardia di finanza in occasione del 4 novembre, giornata dell'unità nazionale e delle forze armate. L'evento è stato ritenuto "non in linea" con i principi dell'istituto. Stando a quanto riferito da Il Gazzettino, il preside Gianni Maddaloni aveva aggiunto l'obbligatorietà di partecipazione per le classi quinte, salvo poi precisare - visto l'inasprimento dei toni - che la frequenza sarebbe stata volontaria.

Una giustificazione da parte degli insegnanti dissidenti è arrivata mediante una lettera scritta in cui si motiva l'assenza: "L'articolo 11 della nostra Costituzione afferma che L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Le polemiche

Immediate sono state le polemiche. Elena Donazzan si è sfogata: "Questi docenti non meritano di insegnare in una scuola italiana, perché nel loro ruolo di educatori si stanno dimostrando irrispettosi della Costituzione e delle leggi italiane". L'assessore all'Istruzione del Veneto ha tuonato: "La scuola non è un'organizzazione politica privata, e non può essere utilizzata per dar voce a propagande ideologiche ben lontane dal compito educativo degli insegnanti".

Dura anche la reazione di Massimo Giorgetti: "Come al solito alcuni docenti politicizzati hanno pensato di boicottare questo incontro nel nome della pace, mancando di rispetto ai nostri militari". Il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto ha aggiunto: "Voglio ricordare a tutti, che è grazie alle nostre forze armate se possiamo vivere in libertà ed esprimere le nostre opinioni. Bisogna portare rispetto per chi indossa una divisa ed è disposto a morire per la propria Patria e lavora notte e giorno, in Italia e all’estero, per la difesa della nostra sicurezza nazionale".

Giorgetti infine ha attaccato anche il ministro Lorenzo Fioramonti: "In questi casi, solitamente bisognerebbe affidarsi al ministro dell’Istruzione affinché verifichi quanto successo, ma poiché Fioramonti è il primo che permette e legittima tutto questo, non perdo neanche tempo a scrivergli".

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