Il verbale che blocca Sea Eye: perché non può entrare in acque italiane

Nonostante il divieto del Viminale, la Sea Eye punta su Lampedusa. Il governo italiano in pressing su Berlino: ecco il verbale per fermare l'Ong

Il verbale che blocca Sea Eye: perché non può entrare in acque italiane

Dal ministero degli Affari esteri è stato inviato all'ambasciata tedesca il verbale per bloccare la nave "Alan Kurdi" della Ong tedesca Sea Eye che in queste ore sta facendo rotta verso l'isola di Lampedusa dopo che ieri aveva soccorso al largo della Libia 64 immigrati che si trovavano a bordo di un gommone. "Un tentativo di ingresso nelle acque territoriali italiane - si legge nel documento - costituirebbe dunque una minaccia al buon ordine e alla sicurezza dello Stato". Ed è proprio facendo riferimento all'articolo 19 della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare che Matteo Salvini ha ribadito il "no" all'ingresso in Italia della nave della Ong tedesca (guarda il video).

"Altre vite messe a rischio da una Ong straniera, partita da acque libiche in direzione Italia". Anche questa volta Salvini è pronto a non cedere di un millimetro. Li aveva già avvertiti ieri che in Italia avrebbero trovato solo porti chiusi e oggi, quando l'imbarcazione ha puntato verso Lampedusa, ha bloccato l'ingresso in acque territoriali italiane. "Il nostro governo - ha spiegato - ha scritto al governo tedesco perchè si faccia carico del problema e dal Viminale abbiamo diffidato la nave dall'entrare nelle acque italiane". Il verbale è stato redatto dal ministero degli Affari esteri e inviato all'ambasciata tedesca. "Le autorità italiane - si legge - non hanno in alcun momento assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso che sono avvenute ben al di fuori della zona Sar di responsabilità italiana". Solo alle 15:30 di oggi è, infatti, arrivata la richiesta di place of safety. "Sono tutti al sicuro sulla nostra nave", aveva twittato ieri l'organizzazione umanitaria dopo il soccorso. "Ora Italia e Malta assegnino loro un porto sicuro di sbarco", aveva anche chiesto Mediterranea Saving Human, il progetto italiano di soccorso promosso dai centri sociali capitanati da Luca Casarini. E, nonostante il netto diniego di Salvini ("Chiede un porto sicuro? Bene, vada ad Amburgo"), hanno cercato lo scontro obbligando un intervento immediato del Viminale (leggi il verbale).

La "Alan Kurdi", secondo quanto appreso dall'agenzia Adnkronos, si trova a circa 36 miglia da Lampedusa. "Le modalità delle operazioni sin qui condotte - si legge ancora nel verbale - nonché la rotta successivamente intrapresa dalla nave risultano quantomeno dubbie dal punto di vista del rispetto delle norme europee ed italiane in materia di sicurezza e di controllo delle frontiere in contrasto all'immigrazione illegale". Per questo un qualsiasi "tentativo di ingresso nelle acque territoriali italiane costituirebbe una minaccia" alla sicurezza dello Stato. Contestualmente Salvini ha diramato ai massimi esponenti delle forze dell'ordine e della Difesa una direttiva per fornire "le linee operative per il coordinamento unificato dei controlli sulla frontiera marittima" dal momento che "un eventuale transito nell'area marittima di competenza italiana" verrebbe considerato un "passaggio non inoffensivo" (leggi la direttiva).

Salvini sta seguendo l'evoluzione dei fatti da Parigi, dove è in corso il G7 dei ministri dell'Interno. A chi gli chiede un commento taglia corto spiegando che si tratta di "un problema tedesco".

E proprio da Berlino sta, infatti, aspettando una risposta per risolvere l'impasse. "Per noi la nave non entra in acque e porti italiani - commenta il leader leghista - ad Amburgo c'è un porto accogliente...".

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