Il viaggio sui treni del terrore dove comandano gli immigrati

Il viaggio sui treni del terrore inizia ogni giorno intorno alle 17, quando sui binari della Cremona- Mantova comincia a fare buio, e tra i passeggeri scende la paura

Il viaggio sui treni del terrore dove comandano gli immigrati

Il viaggio sui treni del terrore inizia ogni giorno intorno alle 17, quando sui binari della Cremona- Mantova comincia a fare buio, e tra i passeggeri scende la paura. A raccontare il clima di terrore che si respira nel rientro a casa dopo una giornata di scuola è una studentessa poco più che diciottenne. «Ci ritroviamo ogni giorno in treno con ragazzi extracomunitari che giocano a fare i prepotenti con noi. Sono inconfondibili: girano in ‘branco’ e siedono agli ultimi posti del convoglio, perché sono sempre sprovvisti del biglietto. Si divertono a spaventarci, a fare i ‘grossi’ con i più deboli che si ritrovano a viaggiare a bordo di treni deserti. Loro sono ‘intoccabili’, in pochi osano chieder loro il biglietto, per il timore che questi possano reagire male e alzare le mani. L’ultimo vagone solitamente è casa loro, dove mangiano, lasciando cartacce e avanzi di cibo sui sedili, e bivaccano in completa libertà. La settimana scorsa hanno rotto una porta, qualche tempo fa il vetro del convoglio e la macchina obliteratrice della stazione». L’ultimo episodio di prepotenza risale a ieri. «Hanno preso di mira un mio amico - continua la studentessa -. Lo hanno trattato come se fosse un cestino, tirandogli addosso pezzi di carta e prendendolo in giro. Ad un certo punto lui ha provato a difendersi, ha chiesto loro di smetterla. Il risultato è stato deprimente: le prese in giro da parte di questi extracomunitari si sono moltiplicate. Non sono passati alle mani per il semplice fatto che a bordo vi era anche un adulto, che sarebbe potuto potuto intervenire da un momento all’altro».

Un grido di protesta che guarda con apprensione alla sicurezza dei passeggeri, tra i quali vi sono anche molti minorenni. Proprio lungo la Cremona-Mantova, qualche settimana fa, una donna era stata accoltellata al collo e all’addome, e trasportata d’urgenza in ospedale. «Prendere il treno è diventato rischioso - spiega un altro pendolare della stessa tratta -. Siamo completamente da soli e alla mercé di chiunque voglia salire per farci del male. I gruppi di bulli extracomunitari si approfittano della fragilità di molti miei coetanei, che non si difendono di fronte alle sopraffazioni. Basta uno sguardo, considerato da loro inopportuno, per far scattare dispetti e umiliazioni. Non c’è il minimo controllo, neppure dopo gli episodi di violenza che si sono verificati non molto tempo fa». Spesso, a causa del binario unico, il convoglio si arresta tra due stazioni intermedie per attendere l’arrivo della coincidenza. «In quelle situazioni - spiega il testimone -, quando il motore del convoglio e le luci si spengono, ci sentiamo in pericolo e completamente abbandonati. Abbiamo paura, nessuno ci difende». Ieri, al momento dell’ennesimo episodio di prepotenza, a bordo del treno regionale c’era una controllora, donna, completamente sola, senza l’ombra di un agente o di una guardia giurata. «Viaggio spesso a bordo dei treni nelle ore serali - ha detto la dipendente di Trenord -, mi ritrovo sempre da sola, con queste persone che minacciano la sicurezza generale.

È il mio lavoro, è vero, ma qui ogni volta la sicurezza è a rischio. Se dovesse succedere di nuovo qualcosa di serio, non so come farei a difendere da sola i ragazzi contro questi prepotenti». La richiesta di un aiuto da parte delle autorità non è servita.

«Conosco questi ragazzi, ho già segnalato il loro comportamento alle autorità - conclude la donna -, ma mi è stato detto che nessuno è in grado di fare qualcosa per contrastare la situazione. Ho chiesto di avvertire le loro famiglie, ma non ho ottenuto nulla. Anzi. Mi è stato detto che non devo reagire, perché potrei turbarli».

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