Monsignor Carlo Maria Viganò non è intenzionato a mollare la presa. Un terzo documento, rilanciato dai siti e dai blog che sono consueti dar spazio alle considerazioni dell'ex nunzio apostolico, è stato pubblicato qualche ora fa.
Questa volta Viganò ha voluto rispondere a Ouellet. Il cardinale canadese aveva replicato all'ex membro del Governatorato del Vaticano dopo essere stato chiamato in causa. Il prelato italiano aveva chiesto al proporato di tirare fuori dei documenti che sarebbero in grado di dimostrare le sue accuse. Ouellet aveva parlato di "montatura politica", domandando a Viganò come facesse a continuare a celebrare i sacramenti, nonostante avesse stilato quel memorandum di undici pagine.
Al centro di tutta questa vicenda c'è la tesi per cui l'ex nunzio avrebbe informato papa Francesco di presunte sanzioni comminate da Benedetto XVI a Theodore McCarrik, l'ex cardinale americano "buttato fuori" da Bergoglio dopo che l'arcidiocesi di New York ha riconosciuto come "credibili" alcune accuse relative ad abusi e dirette proprio all'ex arcivescovo di Washington.
L'ex arcivescovo di Buenos Aires avrebbe in qualche modo ignorato quanto rivelatogli durante un'udienza privata, ma per ora non è emersa alcuna prova in grado di confermare quanto raccontato da Viganò. Il memorandum in questione presenterebbe pure delle "incongruenze temporali". Si ricorderà che in quel dossier è persino contenuta una richiesta di dimissioni del pontefice argentino. Il Santo Padre ha preferito, almeno per ora, non pronunciarsi in merito. La Santa Sede ha diramato un comunicato su McCarrick e sta procedendo con una dettagliata inchiesta. Ma il monsignore continua a sembrare certo del quadro presentato.
Rispondendo alle accuse di Ouellet, Viganò ha ripercorso dettaglio per dettaglio quanto sostenuto nel primo documento: "Il cardinale Ouellet ha scritto rimproverandomi per la mia temerarietà nell’aver rotto il silenzio e mosso accuse gravi contro i miei confratelli e superiori, ma in verità il suo rimprovero mi conferma nella mia decisione e, anzi, conferma le mie affermazioni, una ad una ed in toto”. Il porporato, attaccando l'ex nunzio, avrebbe confermato le sue tesi. Senza ricordare tutti i "punti" di quella che Viganò chiama "testimonianza", vale la pena evidenziare come, in questa terza documentazione, Viganò sostenga che nessuna delle accuse mosse sia stata ancora smentita dalle gerarchie ecclesiastiche.
Il punto focale di questa terzo rilancio di Viganò ci sembra il seguente: "Il Card. Ouellet - si legge nel testo riportato pure sul blog di Aldo Maria Valli - contesta l’esistenza negli archivi del suo predecessore, il cardinale Re, di 'appunti di udienze' che imponevano a McCarrick le restrizioni citate. Ma non è quello che io ho testimoniato. Io ho testimoniato che ci sono altri documenti: per esempio, una nota del Card. Re non ex-Audientia SS.mi, oppure a firma del Segretario di Stato o del Sostituto". Ouellet avrebbe eccepito l'inesistenza dei documenti citati da Viganò, ma lo stesso ex membro del Governatorato si sarebbe riferito a un'altra tipologia di carteggio.
Il Vaticano ha già fatto sapere di essere ancora a lavoro sul caso McCarrick.
La Santa Sede è intenzionata a tirare fuori la verità e il papa ha già chiesto di "unire le forze per combattere la grave piaga degli abusi dentro e fuori la Chiesa e per prevenire che tali crimini vengano ulteriormente perpetrati ai danni dei più innocenti e dei più vulnerabili della società". Quella stessa "unità" a cui Viganò non sembrerebbe guardare con particolare interesse.
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