Un'anomalia di sistema, di quelle che capitano spesso ai computer e che la maggior parte delle volte provoca solo una perdita di tempo, è invece "costata" a 3 amici mezzo milone di euro. Qualcosa di più di una "noia passeggera", tanto che la vicenda, che dura da oltre 10 anni è finita in tribunale. Ma partiamo dall'inizio. Il 16 aprile del 2012 è un lunedì sera da ricordare per tre amici toscani, uno di Lucca, uno di Pisa e l'altro di Funecchio, che si ritrovano a giocare alla videolottery di una sala giochi sulla via Nuova per Pisa, gestita dalla Snaitech spa di Porcari, e vincono ben 494mila euro. Peccato che dopo 10 anni da quella magica sera, la corte d’Appello di Firenze ha sentenziato che i soldi vanno restituiti.
Quello però non era stato un giorno fortunato soltanto per loro, ma per altre 241 persone. Tante infatti furono le vincite elargite dalle macchinette della Sanitech spa con sede a Porcari, alcune delle quali anche in Toscana, a Lucca e a Pisa, e in quel frangente la Dea bendata c'entrava poco. Il "merito" se così si può dire, era invece di un’anomalia del sistema che in 17 minuti aveva erogato ticket vincenti. La società aveva contestato sin da subito tutti i biglietti che non erano stati validati e aveva anche diramato un comunicato stampa il 18 aprile di quell’anno, per spiegare anche cosa fosse successo realmente.
Tutti i possessori dei biglietti vincenti avevano provato a far causa alla Snaitech ma nessuno era riuscito (almeno fino ad ora, quando sarà la Cassazione decidere) ad ottenere soldi o a dimostrare in aula un qualunque tipo di danno, anche solo per l'illusione della vittoria. Per i tre ragazzi, oggi tutti intorno ai 40 anni, le cose erano però andate diversamente. Avevano ottenuto un decreto ingiuntivo dal tribunale di Pisa e vinto anche in sede di opposizione della società, che quindi aveva dovuto versare la vincita.
Questo almeno fino al 2018, quando la Snaitech decide di impugnare in appello la decisione del giudice di primo grado, e a oltre 10 anni da quel lunedì di aprile, è arrivata la sentenza di secondo grado che ribalta tutto. In questa, firmata dai giudici della Corte d'Apello di Firenze, Afeltra, Paternostro e Reggiani si legge che: “La corte di Appello di Firenze, condanna gli appellati a restituire a Snaitech tutte le somme ricevute in dipendenza del decreto ingiuntivo revocato e della pronuncia impugnata, somme da maggiorarsi con gli interessi di legge a decorrere dalle date dei pagamenti”.
Una doccia gelata per gli allora ragazzi, che dopo 10 anni si ritrovano a dover versare la somma più gli interessi maturati, anche se per loro, ma anche per gli altri 240 casi, sarà comunque la suprema corte di Cassazione a scrivere l’ultima parola. I giudici della Corte d'Appello, hanno inoltre spiegato che: “Il malfunzionamento del sistema avvenuto il giorno 16 aprile 2012 può considerarsi fatto accertato e non più contestabile. Del resto, elementi indiziari, che confermano ulteriormente la superiore conclusione, sono stati forniti dalla stessa difesa di parte appellata con la produzione delle dichiarazioni del responsabile del punto Snai, raccolte nell’immediatezza del fatto dalla guardia di finanza. Si ribadisce infatti che l’anomalia era resa del tutto evidente e percepibile dallo stesso giocatore”.
L'ultima speranza quindi, per i tanti
giocatori che avevano vinto quella sera, arriverà dalla Cassazione che metterà un punto definitivo alla questione e deciderà se i soldi andranno o meno restituiti. A patto che, dopo 10 anni, ci siano ancora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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