"Ora fammi un toast". La richiesta choc dopo lo stupro

 "Ora fammi un toast". La richiesta choc dopo lo stupro

Emergono nuovi dettagli sulla violenza a Casal Monastero (Roma) nei confronti di madre e figlio da parte di due giovani tunisini. La donna è stata violentata sotto la minaccia di un coltello e la scena sarebbe stata ripresa con un telefono in diretta Facebook. Poi i due hanno preteso che gli venisse cucinato un toast al prosciutto cotto.

Il racconto choc della donna

È il racconto della 54enne romana, madre del ragazzo di 17 anni rapinato e violentato dai due tunisini di 16 e 17 anni, a Centocelle, nella notte tra sabato e domenica. I due, poi arrestati, dopo l'abuso sotto la minaccia di un coltello si sono fatti accompagnare a casa del giovane dove hanno stuprato anche la donna. In casa, c’era anche l’altra figlia, una ragazza di 13 anni e una amica coetanea, che per fortuna sono state risparmiate dalla furia dei due balordi.

Stando a quanto raccontato, il figlio sarebbe arrivato a casa attorno all’una accompagnato dai due tunisini, che lo avrebbero obbligato a presentarli come amici e che avrebbero preteso soldi. “È stato un incubo, gli ho detto di prendere i soldi. Gli ho dato 200 euro, ma volevano altri soldi”, ha detto. A un certo punto uno dei due giovani tunisini ha condotto la donna in un’altra stanza e lì s’è consumata l’ennesima violenza: “Mi ha preso la mano, ha iniziato a strusciarsi puntandomi un coltello. Io ho provato più volte ad allontanarmi, a un certo punto non ce l'ho fatta più".

Dopo la violenza sessuale arriva la sfacciata richiesta dei due malviventi che hanno preteso che la donna preparasse loro da mangiare. “Gli ho dovuto fare un toast al prosciutto cotto. Gli ho detto: ‘Prendete tutto quello che volete, ma lasciate in pace mio figlio'", racconta la 54enne. Per tutta risposta i due, dopo aver addentato il toast, se ne sarebbero andati portando con sé il 17enne. Per lui l’incubo non era ancora finito.

Le violenze riprese in diretta Facebook

Il giovane sarebbe stato costretto ad accompagnare i due balordi in giro per Roma. Ma durante il viaggio da casa del ragazzo in giro per le strade della Capitale, i due aguzzini lo avrebbero violentato ancora riprendendo tutto con lo smartphone e mandando le immagini in diretta Facebook. Nel frattempo la madre aveva allertato il 113 e il padre del giovane, a Milano per lavoro, aveva rintracciato col gps del telefono, la minicar dando la segnalazione agli agenti.

I due tunisini saranno così rintracciati nella notte tra sabato e domenica dalla polizia. Gli agenti sono risaliti alla minicar rubata e sono riusciti ad arrestare i due balordi in via dell’Amba Aradan. Sequestrati i loro telefoni, che conterrebbero i video delle violenze. Ora la polizia vuole capire se ci sono stati altri episodi simili di violenza da parte dei due tunisini, perché la sicurezza del loro modus operandi dà l’impressione che non fosse la prima volta che i due attuassero violenze e rapine.



I due aguzzini, ospiti di un centro di accoglienza a Roma, dopo l’arresto sono stati condotti in commissariato. Le prime parole che hanno detto agli agenti sono agghiaccianti: "È sabato sera, volevamo divertirci". La Procura per i minorenni ha chiesto la convalida degli arresti.

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