Ecco i rischi di contagio durante il pranzo di Natale

Un modello matematico indica quali sono i rischi di contrarre il virus nelle riunioni di Natale in base al numero di invitati, la grandezza dell'ambiente ed altri fattori: ecco qual è il risultato

Ecco i rischi di contagio durante il pranzo di Natale

Sono in arrivo i due giorni dell'anno in cui ci si riunisce con i propri familiari per trascorrere la vigilia ed il Santo Natale: è la ricorrenza che, nel nostro Paese, riunisce più gente sotto lo stesso di tetto di qualsiasi altra festività.

I rischi di stare al chiuso

Purtroppo però, in tempo di pandemia, sarà un Natale diverso dal solito e mai sperimentato in precedenza (e speriamo mai più): l'ansia di contrarre il virus durante le riunioni è alta ed è per questo che nessuno dovrà abbassare la guardia. Tutte le volte che ci si riunisce in ambienti chiusi, la possibilità di contagio aumenta in proporzione al numero di persone presenti ed a tanti altri fattori quali il tempo di permamenza, la ventilazione degli ambienti, l'uso o meno delle mascherine, la distanza tra una persona e l'altra soprattutto quando si parla. Sono tutti fattori che incidono nella trasmissione degli aerosol o droplets, le goccioline respiratorie che emettiamo quando parliamo e che inizialmente rimangono nell'aria.

Il decreto Natale del governo raccomanda di trascorrere pranzi e cene con il minor numero possibile di persone (visita consentita soltanto a due elementi che non fanno parte del nucleo familiare) per evitare di contrarre il virus in casa mentre si sta seduti in tavola, mentre si gioca o quando si scartano i regali, tutti grandi momenti di aggregazione. Ma cosa accadrebbe se, per esempio, un gruppo di 14 familiari trascorresse insieme qualche ora in un soggiorno di media ampiezza di 60 metri quadrati?

Cosa dice il modello

Se sfortunatamente, un componente del gruppo dovesse essere un positivo asintomatico, i rischi per tutti gli altri salirebbe in maniera esponenziale: il modello statistico che potete osservare sul Corriere è un tool AIRC (Airbone Infection Risk Calculator), sviluppato dall'Università di Cassino insieme alla Queensland University of Technology (Australia) e permette di simulare tutte le situazioni elencate all'inizio. Una volta stabiliti i parametri, ecco spuntare quello che viene chiamato "Rischio di infezione individuale". Nel caso dei 14 componenti dello stesso nucleo familiare, addirittura, ne potrebbero essere infettati tre con un rischio molto alto di contrarre l'infezione stimato nel 23,2%. In quel soggiorno affollato, l'Rt schizzerebbe ad un valore maggiore di 1.

Simulando con il modello, si può vedere che arieggiando l'ambiente con finestre aperte per almeno dieci minuti ogni ora, il numero di potenziali infetti scenderebbe a due. Se poi venissero aperte per più tempo, il familiare infetto sarebbe uno soltanto. È chiaro che, soprattutto al Nord Italia, diventa complicato tenere aperto a lungo se fuori fa molto freddo: è consigliabile, quindi, evitare di parlare ad alta voce vicino a qualcuno o indossare sempre le mascherine. Inoltre, è importante evitare gli assembramenti interni e tutte quelle situazioni che possono mettere in pericolo ogni individuo.

Cosa accade con i droplets

Il modello proposto dai ricercatori è stato sviluppato ipotizzando che ci sia un infetto ed una distanza minima di un metro tra ogni persona per minimizzare il contagio sulle brevi distanze causate dalle miniscuole goccioline di droplets emesse tossendo, starnutendo, cantando o semplicemente parlando: quelle di dimensioni maggiori cadono subito a terra, quelle più leggeri rimangono sospesi a lungo in aria e possono raggiungere anche qualche metro di distanza.

Un tampone prima delle feste

È impossibile stabilire con certezza cosa accadrà se entrasse in casa un familiare positivo, ma il rischio si abbassa esponenzialmente se c'è un ridotto numero di persone e vengono usate le accortezze descritte finora: più invitati saranno presenti, minore sarà la possibilità di scampare il pericolo. Gli esperti raccomandano di trascorrete il Natale esclusivamente nella propria "bolla" familiare, senza parenti che non si incontrano da tempo e non si sa quali contatti abbiano avuto negli ultimi giorni.

Ma il discorso è rivolto anche ad ogni singola persona, che dovrebbe aver evitato aperitivi, pranzi ed incontri a rischio nei giorni precedenti alle feste. La soluzione migliore per evitare ogni dubbio e pericolo sarebbe quella di eseguire un tampone (rapido o molecolare) un paio di giorni prima e trascorrere il Santo Natale in serenità.

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