"Non ho un ricordo preciso, non so come sia partito il colpo". Sarebbero state queste le parole di Massimo Adriatici, secondo quanto riferito dai suoi legali, davanti al gip. L'assessore alla Sicurezza del comune di Voghera - che si è autosospeso dall'incarico fino all'esito del giudizio che lo vede indagato - non avrebbe dunque un ricordo del tutto limpido rispetto a quanto realmente accaduto la sera di martedì 20 luglio, quando dalla sua calibro 22 è partito il colpo fatale che ha ucciso Youns El Boussetaoui.
Gli stessi legali di Adriatici, riporta l'Agi, hanno fatto sapere che l'uomo "è distrutto, profondamente dispiaciuto", anche perché si tratta di "una persona normale che non ha mai avuto un appunto nella sua carriera professionale". La sua sofferenza è umanamente riconducibile alla presenza di una vittima e di un procedimento penale in corso. "Soprattutto è distrutto nel vedersi descritto dai media come uno sceriffo. Abbiamo cercato di bloccargli l'accesso ai media", hanno aggiunto i legali. Che giudicano l'assessore "vittima di una violenza improvvisa e inaudita che l'ha fatto cadere a terra, procurandogli uno stato di confusione e delle lesioni riscontrate dal medico legale incaricato dal pm".
Perché il colpo era in canna?
La domanda che in molti si fanno riguarda il motivo per cui Adriatici stesse girando in strada con una pistola, per giunta carica. A spiegarlo sono stati i suoi avvocati: "Aveva sempre il colpo in canna perché, quando uno è sottoposto a un addestramento da poliziotto e si porta dietro un'arma, sa che se si trova in una situazione di pericolo può andare in panico". Invece, se si toglie la sicura, "puoi sparare senza stress e non fare ulteriori attività che ti portino via del tempo".
"Adriatici non è uscito per andare a cercare El Boussettaoui", ha chiarito l'avvocato Gabriele Pipicelli. Come in altre circostanze, ha spiegato il legale, l'assessore ha girato con l'arma nella propria tasca "perché aveva fatto richiesta di porto d'armi per delle situazioni di pericolo della persona che erano state rappresentate alle autorità competenti e che le autorità aveva ritenuto sussistenti, tant'è che gli era appena stato rinnovato il porto d'armi".
La versione di Adriatici
Adriatici ha già fornito la sua versione dei fatti. Stava passeggiando in piazza Meardi quando ha notato lo straniero infastidire i clienti di un bar. A quel punto, stando all'Adnkronos, si sarebbe avvicinato per tentare di placare gli animi: "L'ho redarguito invitandolo ad andarsene e a quel punto ho chiamato la polizia. Sentendo la mia telefonata, mi ha spinto facendomi cadere. È stato a quel punto che dalla pistola già impugnata è partito il colpo". Solo le indagini dell'Arma chiariranno meglio le dinamiche. La procura di Pavia sta lavorando sull'ipotesi di eccesso colposo di legittima difesa.
Spunta un nuovo video
Da fonti investigative, scrive l'Agi, si apprende che da una visione del video sulla morte di Youns El Boussetaoui - elaborata con tecniche di maggiore definizione - emergerebbe un "dettaglio importante", non visibile invece dal filmato originale. Tuttavia al momento non è ancora noto quale sia questo aspetto che gli inquirenti ritengono significativo per la ricostruzione della vicenda. Nel frattempo la procura ha disposto una consulenza affidata a un ingegnere informatico.
Il gip di Pavia Maria Cristina Lapi si è riservata di decidere sulla richiesta avanzata dalla procura di Pavia di confermare gli arresti domiciliari a Massimo Adriatici.
È probabile che - vista la delicatezza del caso - sfrutti tutto il tempo a disposizione (fino alle ore 15 di domani pomeriggio), anche se non è da escludere che possa notificare il provvedimento alle parti già in serata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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