Il caso dieselgate "fino ad ora ha avuto un impatto modesto sulle vendite, a ottobre non si sono registrati cali preoccupanti". Lo dice l’ad di Volkswagen Italia, Massimo Nordio, riferendo in commissione al Senato. Nordio ha sottolineato che "nei prossimi mesi, metteremo in campo le contromisure necessarie per proteggere il fatturato della nostra azienda", ma ha aggiunto che a fronte degli investimenti che sono stati fatti dai concessionari, il caso dieselgate "potrebbe comunque portare ad un calo di fatturato che mette sotto pressione i conti aziendali". Intanto lo scandalo dei motori diesel manipolati da Volkswagen non coinvolgerebbe solo un piccolo numero di manager, come finora sostenuto dall’azienda di Wolfsburg, ma si allargherebbe a un gruppo molto maggiore. Ad essere responsabili, sarebbero almeno 30 dirigenti, che rischiano adesso di essere messi a riposo. Lo sostiene lo Spiegel online, riportando indiscrezioni raccolte all’interno di Volkswagen e che fanno riferimento alle indagini avviate dalla stessa azienda e dallo studio legale Jones Day.
Secondo il settimanale, non è escluso che il numero dei manager coinvolti direttamente o almeno a conoscenza della manipolazione possa ulteriormente ampliarsi, con il procedere delle indagini. Il motore diesel incriminato, l’EA 189, era stato più volte testato dal 2008, anno del suo impiego. Le verifiche servivano ad assicurarsi che il motore soddisfacesse le diverse modifiche alle norme sulle emissioni dei gas di scarico, previste per i diversi mercati. Secondo un manager Vw citato da Spiegel, il fatto che lo stesso motore potesse continuare a essere a norma senza i costosi adeguamenti necessari, avrebbe dovuto far venire i dubbi a ogni sviluppatore.
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