Braccio di ferro con l'Unione Europea sugli ulivi infetti. Intanto il Tar di Lecce blocca l'eradicazione degli alberi a Oria, nel Brindisino. E, oltre alla procura di Lecce, che proprio in questi giorni sta intensificando gli ascolti delle persone informate sui fatti, si inizia ad interessare al problema anche la procura barese. "A livello nazionale noto una certa sottovalutazione della questione", critica, tra i denti, il procuratore aggiunto Ennio Cillo che, assieme ai sostituti Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci, sta cercando di fare chiarezza su un problema che rischia di mettere in ginocchio l'economia salentina, e non solo.
Ma andiamo con ordine. Questa mattina la sezione leccese del Tribunale amministrativo si pronuncia sul ricorso presentato dall'avvocato Giovanni Pesce, e decide di bloccare l'eradicazione degli ulivi con sospetto contagio da "Xylella Fastidiosa" nel terreno di proprietà dello stesso avvocato. I giudici accolgono l'istanza cautelare e fissano il 9 aprile l'udienza per la discussione della richiesta di sospensione del Piano di interventi.
Il ricorso d'urgenza, con cui si chiedeva al Tar di fermare l'avvio dell'abbattimento degli ulivi infetti, previsto dal 30 marzo prossimo, era stato depositato ieri. In particolare erano stati impugnati tutti gli atti del commissario straordinario, Giuseppe Silletti, i verbali di accertamento, le ordinanze, e chieste verifiche più approfondite sui documenti e sulle piante. Secondo quanto emerso dall'approfondimento fatto dai legali, c'era consapevolezza dell'esistenza della Xylella dal 2008, anche se la Regione Puglia ne sarebbe venuta a conoscenza solo a partire dal 2013.
E mentre nel Salento si cerca di salvare alberi secolari, fondamentali per la vita stessa del territorio, i Paesi dell'Ue si dividono su quali siano le misure necessarie: la loro adozione potrebbe slittare alla fine aprile. È quanto è emerso dalla riunione del Comitato permanente sulla salute delle piante. Spagna, Francia e Grecia spingono per misure precauzionali più radicali, mentre l'Italia frena. Tra i nodi in discussione, dimensione della zona di contenimento, piante ospiti da eradicare oltre agli ulivi, e limiti al movimento di piante vive. Bruxelles preme l'acceleratore sulle "strette misure precauzionali".
C'è da dire che le indagini della procura di Lecce, che per prima si è occupata del problema, non hanno acora chiarito quale sia la causa precisa della morìa degli ulivi e, proprio in queste ore, sono in corso una serie di ascolti di persone informate sui fatti. La settimana prossima sarà ascoltato dal Nucleo investigativo del corpo forestale anche il commissario Silletti. L'accusa ipotizzata, al momento contro ignoti, è quella di “diffusione di una malattia delle piante o degli animali”. "Bisogna capire se c'è stata una qualche responsabilità innanzitutto colposa dietro la diffusione del problema -spiega l'aggiunto Cillo - ritardi o omissioni significativi e quale impatto avranno sul territorio". L'inchiesta, però, non potrà fare luce su eventuali responsabilità delle attività di ricerca effettuate dallo Iam di Valenzano, nel Barese, perchè l'Istituto agronomico mediterraneo gode per legge di immunità assoluta.
E mentre sono in tanti a scendere in piazza contro la mattanza degli ulivi (oggi, ad esempio, Al Bano Carrisi ha incontrato il commissario Siletti per confermare la sua disponibilità a sostenere la campagna informativa di comunicazione istituzionale, destinata a tutti gli agricoltori e a coloro che hanno olivi interessati dall'attacco del batterio letale), scatta l'allarme Xylella in Lombardia, dove sono in corso analisi del servizio fitosanitario dell'Ersaf su alcune piante appartenenti a un lotto, indicato come infetto, arrivato dal Costa Rica attraverso l'Olanda. Lo fa sapere la Coldiretti Lombardia, che spiega che "i controlli stanno riguardando vivai ed alcune aree pubbliche dove erano presenti le essenze sudamericane. Le piante sarebbero state messe in quarantena e alcuni esemplari sono stati portati presso il laboratorio fitosanitario di Minoprio (Como) per le analisi. Si tratta di piante del genere Coffea Arabica, della famiglia della Rubiaceae, usate come verde ornamentale. Oltre agli ulivi - spiega la Coldiretti - la Xylella attacca la vite, gli agrumi, gli oleandri, il prugno, il mandorlo, provocando la necrosi interna dei canali linfatici e quindi la morte della pianta".
Coldiretti e l'Associazione florovivaisti di Milano Lodi e Monza Brianza stanno avvisando le aziende di alzare il livello di allerta, di evitare di tenere nei propri spazi piante di caffè in arrivo dal Sudamerica o dall'Olanda e di avvisare subito gli uffici zona della Coldiretti e il servizio Fitosanitario della regione Lombardia.
"Dobbiamo impedire che l'epidemia raggiunga i nostri territori dove abbiamo una produzione di alta qualità sia di vino che di olio, oltre che un importante comparto florovivaistico", fa sapere il presidente Ettore Prandin, che ricorda che nella regione "ci sono oltre 17 mila ettari di vigneti, 1300 ha di uliveti, 5 mila di frutteti, mentre il settore dei vivai coinvolge 5 mila imprese, 14 mila persone per un fatturato di 215 milioni di euro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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