Con la calda stagione ecco che torna a volare in Puglia tra i muretti a secco la "xylella fastidiosa". Ma questa volta il batterio non colpisce gli ulivi e va dritta sul grano pugliese che copre il 30 per cento della produzione italiana. Un altro colpo inferto non solo all'economia agricola regionale. ma anche a quella italiana. Dal Salento alla Daunia, il batterio vola lungo tutto il tacco della penisola, da Sud a Nord. Da Lecce a Foggia. Ma questo desta molte preoccupazioni.
A colpire l'economia del grano un anno fa ci avevano già pensato le importazioni dall'estero. Una tradizione, quella del grano, tutta made in Italy e, soprattutto made in Puglia, messa sotto scacco dalle logiche del mercato internazionale che avevano già creato non pochi malumori tra i produttori italiani. Sotto attacco, un anno fa, c'era lo sbarco di grano straniero destinato alla produzione di pane e pasta senza alcuna indicazione in etichetta della reale provenienza, con l'inganno ai danni dei consumatori e la concorrenza sleale nei confronti dei produttori italiani impegnati a garantire qualità e sicurezza dei raccolti. Oggi la minaccia arriva dal centro America ed è un insetto.
Sull'argomento Dario Stefàno, capogruppo in commissione Agricoltura al Senato e già assessore regionale all'agricoltura in Puglia, ha dichiarato a ilGiornale.it "E' un errore alimentare allarmismi, tanto più se questi producono anche il risultato di una divisione tra i vari territori pugliesi. Per troppo tempo - continua Stefàno - si è immaginato che si potessero realizzare soluzioni estemporanee. Oggi, più che mai, anche a seguito delle notizie che provengono da Bruxelles sulle possibilità di reimpianto di specie tolleranti nelle zone infette, la nostra bussola deve essere il mondo della scienza, con l'auspicio che continui a lavorare come ha fatto finora, con determinazione e coraggio".
Ora da Bruxelles arriva la possibilità di reimpiantare gli alberi di ulivo resistenti alla xylella con specifici criteri e procedure per individuare e preservare gli alberi sani.
Ma, come si legge, questo riguarda gli ulivi. Ben diverso è il grano, anche nella composizione. Più difficile sarebbe eliminare l'insetto se dovesse infilarsi nelle spighe.
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