«Il crossover Asx come asso nella manica»

MilanoC’erano marche in crisi già prima della bufera che ha sconvolto i mercati dal 2008 in poi. E proprio nel momento più difficile hanno trovato la forza per reagire e tornare competitive. È il caso della giapponese Mitsubishi, di cui ha una storica rappresentanza in Italia il gruppo Koelliker. Come spiega il direttore generale e amministratore delegato Guglielmo Consonni.
Come chiuderà l’anno Mitsubishi?
«Mi attendo una domanda spontanea da 1,6/1,7 milioni di unità, che alla fine dell’anno risulterà di 1,85/1,9 milioni per effetto del trascinamento degli incentivi e per la spinta ai volumi da parte delle case. Un solo dato dice già molto: negli ultimi tre giorni di ogni mese si concentra oltre un terzo delle immatricolazioni».
Anche Mitsubishi darà battaglia sui volumi?
«Non abbiamo neanche la capacità produttiva per spingere le vendite. In passato Mitsubishi viaggiava su una quota dell’1%. Oggi siamo allo 0,30, con 3mila auto vendute nei primi 6 mesi. Poche, ma la sofferenza per mancanza di prodotto ormai è finita».
Infatti è arrivata la Asx...
«È un crossover compatto completamente nuovo che costituisce un'alternativa alla Nissan Qashqai. Da subito è disponibile sia a due sia a quattro ruote motrici con il Diesel 1.8 da 150 cavalli realizzato da Mitsubishi. Da questo mese si potrà avere anche con il benzina 1.6 da 117 cavalli. Asx è una vettura di nicchia che ha la capacità di stare sul mercato da solo, senza sostegni particolari. Esattamente il modello che la gente vuole ora».
Una bella spinta all’immagine della marca?
«In passato, Mitsubishi ha costruito la propria immagine sul Pajero e altri modelli 4x4, il cui peso sul mercato ora sta diminuendo. Sebbene non ci sia stato un grande rinnovamento, la considerazione da parte della clientela si è conservata abbastanza bene. Ora è venuto il momento di rinnovare il prodotto. A tenere banco, per il 50% delle nostre vendite, sarà la Asx, di cui contiamo di consegnare in un anno pieno dalle 7mila alle 8mila unità. Ma ci accingiamo ad aggiornare anche la gamma delle 4x4 e il pick up L200, con una nuova versione a cassone lungo».
Altre novità le avete messe in pentola in collaborazione con Psa?
«La collaborazione con Psa dura già da qualche anno e, visti i buoni risultati ottenuti con l’Outlander e con i rispettivi modelli di Peugeot e Citroën, si è deciso di approfittare della possibilità di estenderla alle vetture elettriche e alla realizzazione di una piccola concepita come “world car”».
A proposito di elettriche...
«È difficile credere a un boom. Non per domani, almeno. Ma tutti i costruttori ci stanno mettendo la faccia. La previsione più accreditata è che le elettriche varranno fra 10 anni dal 10 al 15% del mercato. E noi con la iMiev ci siamo. È un’auto vera, il cui unico problema è il prezzo delle batterie, di cui è prevista una rapida discesa. Intanto, l’unico modo per vendere le elettriche è incentivarle».


Come sta cambiando il modo di proporre e vendere le auto?
«I fattori fondamentali sono la correttezza e la concorrenzialità del prezzo, la valutazione corretta dell’usato e la bravura del venditore. Il cliente che arriva in concessionaria, oggi è molto più informato che in passato. Dunque, è necessario che il venditore sappia confrontarsi adeguatamente».

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