L’estate quest’anno è ancora timida in molte parti d’Italia ma la stagione dei barbecue è già partita. Il cucinare sulla brace è una dimensione davvero ludica e comunitaria dell’atto del mangiare, con la sua attitudine primordiale e quella serie di rituali che trasformano in chef per un giorno anche chi per altri versi non ha molta confidenza con la cucina (vero, maschietti?). E allora scopriamolo meglio, il mondo del BBQ.
L’occasione per un viaggio nel mondo dei grigliatori seriali (ma anche di quelli occasionali) mi è offerta dallo studio compiuto da Ipsos e commissionato da Calvè, marchio italiano del gruppo Unilever e Official BBQ Partner dei campionati europei di calcio UEFA EURO 2024. Una ricerca che esplora i cambiamenti di costume attorno a un rituale che in Italia è arrivato relativamente di recente ma vanta già una ampia schiera di aficionados. Il primo aspetto che emerge è che la pratica culinaria del barbecue è percepita dagli intervistati come una attività che interessa soprattutto gli uomini (80 per cento). E certo che è tipicamente maschile sentirsi “alfa” per il fatto di avere un forchettone in mano e davanti una bistecca che sfrigola su un fuoco sapientemente amministrato. Un modo per far sentire ancora l’uomo cacciatore per sé e per i suoi simili. Ma anche il 12 per cento delle donne rivendica un suo ruolo nell’atto del BBQ, rompendo il monopolio maschile. Un numero che sembra destinato a crescere.
Il barbecue è naturalmente praticato soprattutto in presenza di spazi aperti: campagna o spiagge sono l’ambientazione del 5 per cento delle grigliate, ma il 44 per cento non si muove dalla città, approfittando delle aree verdi pubbliche o di spazi privati come giardini, terrazze e balconi. E sopra la griglia che ci mettiamo? Nel 68 per cento dei casi vince la carne, mentre il 29 per cento sceglie anche pesce e carne e appena il 2 per cento si accontenta soltanto di una grigliata “veg”. Un risultato questo che dimostra come “la dimensione del grigliare la carne insieme - dice Marta Villa, antropologa culturale dell’alimentazione dell’Università degli Studi di Trento - ricordi l’antica convivialità nata nelle grotte attorno al fuoco, dove alcuni linguisti sostengono sia sorto anche lo sviluppo del linguaggio che contraddistingue la specie umana. Infatti, durante queste riunioni si parla in modo informale, difficilmente si accendono discussioni divisive, molto spesso gli argomenti riguardano la sfera personale, la vita quotidiana, l’occasione festiva in caso di celebrazioni quali compleanni, anniversari, matrimoni e altro”. Griglio dunque parlo.
Quanto allo stato d’animo, il BBQ è tradizionalmente associato alla spensieratezza: il 72 per cento degli intervistati accomuna il barbecue a sentimenti quali la felicità e l’allegria, il 65 alla socializzazione, il 53 alla semplicità, il 30 alla naturalità, il 13 all’inclusione e il 15 all’intimità.
Ovvio che la natura spessa dell’attività, che richiede uno spazio aperto, circoscrive il BBQ per lo più al periodo dell’anno che va da marzo a ottobre, anche se non manca chi sconfina anche nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio (10 per cento) o quanto meno nel tardo autunno (8 per cento). Ma all’interno di questa ampia fetta di calendario ogni occasione è buona per grigliare: festeggiare feste comandate come la Pasqua o il 25 Aprile e il 1° Maggio (62 per cento), oppure eventi intimi come promozioni, compleanni e l’arrivo di nuovi vicini. Non sorprende, e spiega anche la partnership tra Calvè e UEFA EURO 2024, il fatto che assistere assieme a grandi eventi sportivi come partite di calcio, di tennis o gare dei Giochi Olimpici dia un pretesto perfetto per grigliare (il 7 per cento). Al massimo se le cose sul campo non vanno come si spera (e noi italiani lo sappiamo bene) ci si consola con una salsiccia e una buona salsa. Ma il 28 per cento degli italiani organizza una grigliata anche senza un motivo specifico,
Il BBQ è decisamente transgenerazionale, amato dai boomer e dalla Gen X, dai millennials e dai giovanissimi, che vedono nella griglia l’occasione di fare nuove amicizie o approfondire quelle già esistenti, e ne apprezzano la semplicità realizzativa. La generazione 18-28 anni è anche quella che maggiormente apprezza l’importanza delle salse di accompagnamento, che per il 51 per cento del campione di quella fascia di età sono un elemento fondamentale er la riuscita di un BBQ. Complessivamente il 40 per cento degli intervistati rinuncerebbe mai alle salse, così come il 45 per cento non farebbe a meno delle spezie. Spiega Marta Villa: “Le salse nascono già in epoca romana per accompagnare le carni o i pesci arrostiti modificando gli ingredienti in base al gusto in voga: dai sentori forti di quelle antiche si passa a quelle più stemperate dei secoli scorsi. In alcuni particolari momenti storici, come dopo le scoperte delle terre d’oltremare i maestri di cucina confezionano accompagnamenti delle carni alle volte audaci, prevedendo il cacao come ingrediente principale o con un gusto piccante che vede la sua origine solo con l’arrivo del peperoncino dalle Americhe. Prima i sapori erano soprattutto dolciastri, grazie alla presenza abbondante di miele e noce moscata, o pungenti per l’uso del pepe”. Le salse più utilizzate sono naturalmente quella Barbecue, dal gusto affumicato, anche nella versione al miele, ma ci sono gli appassionati della maionese (in numerose versioni, c’è anche quella vegetale), del ketchup e della senape. “Vogliamo aiutare le persone a vivere la migliore esperienza di gusto possibile - spiega Maria Teresa Parrello, head of marketing nutrition dressing di Unilever Italia -.
I nostri prodotti Calvé giocano qui un ruolo chiave per rendere un semplice BBQ un’occasione di celebrazione e condivisione unica, trasformando piatti da buoni a buonissimi grazie alla sola aggiunta della salsa giusta”. Buon barbecue a tutti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.