Sono stato nel migliore cocktail bar d’Italia. Sono stato al Drink Kong di Roma, 33esimo nella lista dei World’s Fifty Best Bars svelata poco meno di un mese fa a Madrid e primo degli italiani (segue tre posizioni dietro Locale di Firenze) e ventesimo nella lista 500Top Bars (qui dietro di esso ci sono l’altro romano Freni e Frizioni al 33esimo e Locale al 34esimi). Sono stato quindi nel locale che salva l’onore di un’Italia un po’ addormentata nella mixology (in particolare Milano) e vi spiego com’è.
Drink Kong è nato nel 2108 nel popolare rione di Monti, tra l’Esquilino e il Colosseo, dalla visione di Patrick Pistolesi e della sua squadra. Ben presto questo locale ha alzato l’asticella del bere miscelato nella capitale e in Italia grazie ad alcuni capisaldi: estrema cura nella lavorazione degli ingredienti e nella elaborazione delle ricette, grande semplicità nella presentazione, evitando quella deriva un po’ circense dell’estetica del drink che per fortuna sta sparendo un po’ ovunque, grande rigore nella preparazione dei classici ma anche estrema fantasia nell’ideazione dei “signature”, attenzione alla sostenibilità e anche al sociale (i proventi del cocktail H.O.P.E. sono in parte devoluti all’omonima fondazione che si occupa dei poveri e dei migranti), un laboratorio per la preparazione di cordiali e di altre basi.
Dall’apertura nel 2018 Drink Kong ha cambiato solo tre menu: l’iniziale Reflections, nel 2021 New Humans e adesso Perimetro e Forme. Ognuno ha subito un “reload” più o meno dopo un anno, quindi il locale è sempre in evoluzione. Del resto ogni carta è estremamente estesa e consente anche ai visitatori frequenti di non annoiarsi. Perimetro e Forma esalta il concetto “geometrico” del drink. Le caratteristiche di ognuno (l’acidità, il dolce, l’amaro e il cosiddetto Kong Factor) sono rappresentate su un poligono creando forme che ridefiniscono gli spazi del bere e al contempo informano il bevitore su ciò che li aspetta. Io ad esempio ho iniziato con un Paradox, una sorta di Negroni bianco realizzato con Hendick’s Gin, Mancino Bianco Ambrato, Luxardo Bitter Bianco, cordiale al pompelmo e due ingredienti romani come la cicoria e l’alloro. Il drink ha una forte componente amara, ed è poco dolce e acido, ma è soprattutto assai caratterizzato dal Kong Factor, quindi da una forte spinta identitaria e creativa. Tra gli altri drink della lista segnalo il Mojo Raisin Vodka Tito’s, Plymouth Gin e mela verde), Equinox (con Gin Nordès, Amaro Santoni e pompelmo), Formula (Tequila bianco Volcan de mi Tierra, amaro Yuntaco e fragola), Aki (Roku Gin, Tio Pepe Sherry Fino e mela), Quantico (Hibiki Japanese Harmony Whisky, Vermuth ambrato, Cynar e Strega) e Materia (Wild Turkey Bourbon, Elijah Craig Bourbon, latte e lo specialty coffee Aliena Shakiso Ethiopia). In carta ci sono anche due drink analcolici, il Lato (Tanqueray 0.0, Kong Cordial e sciroppo di miele) e Sfera (cocktail San Pellegrino, Monin bitter analcolico, succo di mirtillo).
Io però ho proseguito con due drink rimasti dei precedenti menu e inseriti nella sezione Drink Kong Classic’s: dapprima il Canova, tra i più richiesti, un drink neoclassico a base di Gin Ford’s, timo, rosmarino, basilico, cordiale alle olive nere e aceto di vino, con una piacevole parte acida che spalleggia la parte dolce evitando che prevalga. Forse il mio drink preferito in assoluto. E poi il Ga-Ri-Bowl-Dee a base di bitter Campari distillato, cordiale all’arancio, e Campari distillato Left Over. Un drink decisamente classico ed elegante. In generale trovo che tutti i cocktail di Drink Kong siano perfettamente equilibrati, e comunque sì, sono la migliore bevuta fatta in Italia in questo 2024.
In carta, per chi non vuole fermarsi solo al bere miscelato, un grande assortimento di distillati (rum, gin, whisky, vodka, tequila, pisco, mezcal), una piccola carta di vini e alcuni sakè, a omaggiare l’evidente ispirazione giapponese del locale (e non a caso molti clienti arrivano dall’Estremo Oriente). Locale che è misterioso, soffuso, elegante, con dei neon che richiamano per l’appunto il Giappone. Così come c’è molto Giappone nella carta del food: bao, sushi, yakitori oltre a ravioli, tortilla, sandwich e a certi nachos servitimi per accompagnare le mie bevute che di così buoni io non ne ho mai mangiati in Italia. Ah, al bancone sono stato servito dai bravissimi Giorgia ed Edoardo.
In fondo c’è anche un altro locale, una specie di privé che però vive di vita propria e ha anche una sua drink list specifica: si chiama Nite Kong, ha un’atmosfera più intima a classica e la drink list mi pare per bevitori di lungo corso, con una sezione dedicata ai cocktail Champagne che ha nell’oggi popolarissimo Pornstar Martini il
suo bestseller. Sarà per la prossima visita a Roma.Drink Kong e Nite Kong sono in piazza San Martino ai Monti 8 a Roma. Drink Kong è aperto tutti i giorni dalle 18,30 alle 2, Nite Kong dal giovedì al lunedì dalle 19 alle 2.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.