Mangiare in compagnia del Duomo

Da Terrazza Duomo 21 a Milano la vista esclusiva è parte dell’esperienza. La cucina è affidata alla consulenza del già stellato Roberto Conti e del giovane executive Giuliano Fusaro, che propongono proposte internazionali e piatti tradizionali realizzati con ingredienti di alta qualità e buona mano. E poi c’è un lounge bar dove a una certa ora scatta la festa

Mangiare in compagnia del Duomo
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Mangiare dando del tu al Duomo di Milano è un privilegio per pochi. Ho avuto la possibilità di viverlo qualche giorno fa in un locale che reca il nome del suo indirizzo (Terrazza Duomo 21) e che è un po’ nascosto. L’ingresso è infatti da un portoncino davvero minuscolo, sul lato della galleria, che si riconosce solo per la presenza di un uomo della security che filtra gli ingressi. Poi un ascensore trasparente porta ai vari locali ospitati (c’è anche il bistellato Verso) in un via vai di clienti spesso sopra le righe.

Terrazza Duomo 21 si trova al primo piano. Si tratta di un locale con diverse anime: ristorante ma anche lounge bar e teatro di eventi. Io vi racconterò l’anima gastronomica, anche se non è facile estraniarsi dal mood festaiolo del locale. Per dire, quando sono entrato il locale era piuttosto composto, ma quando sono uscito a fine cena l’atmosfera era piuttosto cambiata ed era quella di un club rumoroso e gaudente. Ma Milano ha bisogno di posti così.

Ora però faccio il bravo e vi parlo della proposta gastronomica, comunque piuttosto curata grazie alla consulenza di Roberto Conti, già stellato qualche anno fa al Trussardi alla Scala e che oggi mette lo zampino in diverse realtà milanesi e non solo, come il Saint Georges Premier di Monza di cui vi ho detto qualche giorno fa. Qui in Duomo Conti ha scelto come executive chef il giovane Giuliano Fusaro, nemmeno 29 anni, faccia pulita e sveglia e una evidente capacità di realizzare piatti di buona mano con ingredienti freschi e di qualità evitando scimmiottamenti gourmet che in un contesto del genere sarebbero perfino di troppo. Io ho provato per iniziare una correttissima Tartare di manzo piemontese con misticanza e tuorlo d’uovo, per poi gettarmi sul Vitello tonnato. Ora, se c’è un piatto che è piuttosto abusato nelle cucine milanesi è proprio questo, al punto che qualche volta viene voglia di maledire Diego Rossi, lo chef di Trippa, che nove anni fa si prese il compito di far rinascere questo piatto meneghino-piemontese che negli anni Ottanta spopolava e che poi era entrato in un cono d’ombra. Un cono d’ombta che alle volte dovrebbe inghiottire anche talune interpretazioni da me recentemente assaggiate. Invece Fusaro mostra la capacità di dire qualcosa di nuovo in materia, grazie a un uso giudizioso del frutto della passione e al contributo energizzante del finocchietto selvatico. Per il resto la carne è un buon magatello rosa al punto giusto. Bene così.

E’ il momento del primo: mi arrivano delle semplici Tagliatelle con pomodoro, stracciatella e basilico alla cui onesta golosità perdono la presentazione secondo la moda attuale del “siluro”. Finisco con un buon Rombo alla griglia con delle zucchine a scapece non fritte ma crude (soluzione interessante). Al dolce assaggio una Mousse ai tre cioccolati (fondente pachiza Perù 70 per cento, latte 39 per cento Perù e bianco bio alla vaniglia Tahiti) con gelée di lamponi che arriva dal laboratorio del grande Ernest Knam. A colpo sicuro.

Il menu è organizzato di fatto in due sezioni: la parte classica italiana da cui sono pescati i piatti da me assaggiati e descritti (tra gli altri cito la Parmigiana di melanzane, i Maccheroncini al ragu di anatra e sentore d’arancia, la Cotoletta di vitello alla milanese con rucola, grana, pomodorini e patate fritte) e una parte più internazionale, quasi da hotel, con insalate, hamburger, club sandwich e anche una pizza, la margherita Duomo21. La carta dei vini è stringata ma con etichette interessanti, del resto qui si bevono soprattutto i drink dell’animatissimo bar. Il servizio è svelto e piacevole, ho apprezzato molto la professionalità di Tatiana.

Quanto ai prezzi, gli antipasti vanno da 22 a 27 euro, i primi da 23 a 30, i secondi da 30 a 37, i piatti speciali con ingredienti pregiati come caviale, wagyu e tartufo costano prevedibilmente di più, mentre i dolci costano dai 10 ai 12 (quelli di Knam 15). Il coperto è di 5 euro. Chiuso il lunedì

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