Ruinart e Abba, un incontro nel segno della natura

La maison di Champagne per la fiera Miart ha coinvolto l’artista Julian Charrière a interpretare a suo modo il suo messaggio sulla tutela della biodiversità. E ha proposto nei giorni della rassegna alcuni ristoranti milanesi nell’ideare dei menu in linea con questa filosofia. E Fabio Abbattista, chef del locale in Certosa District, si è distinto con un percorso particolarmente coerente e lineare

Ruinart e Abba, un incontro nel segno della natura
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Champagne e arte. Il buono che chiama il bello, si potrebbe dire. Anche se lo Champagne non è semplicemente “buono” ma è un sorso di storia, visione, seduzione, socialità, comunanza (e, badate, non ho usato la parola lusso). E anche se in fondo l’arte da molti decenni non è semplicemente un modo per far riposare gli occhi nel velluto dell’armonia ma una navicella spaziale per esplorazioni supersoniche nell’anima di una persona e dei suoi tempi. Quindi ricominciamo. Champagne e arte, due viaggiatori che vanno lontano e che spesso fanno un tratto di strada assieme, invitandoci a seguirli. A Milano, in occasione di Miart, dal 4 al 6 aprile la maison Ruinart, la più antica della regione, che tra quattro anni compirà tre secoli di produzione, ha raccontato la sua relazione profonda con la natura, un dialogo incessante che plasma i suoi prodotti e contribuisce a ragionare sul futuro di un terroir prezioso e per questo delicato.

Quest’anno la maison ha chiamato l’artista Julian Charrière, un artista franco-svizzero basato a Berlino, a condividere e interpretare la sua visione attraverso delle opere esposte al Miart, nella convinzione che “l’arte, che ha il potere di trasformare, mettere in comunicazione ed elevare gli esseri viventi, è un veicolo fondamentale per diffondere messaggi sulla tutela della biodiversità”. Charrière lavora fondendo forme espressive come i video, la scultura, la fotografia e le performance e ha esposto nelle più importanti istituzioni e biennali del mondo. Si è particolarmente impegnato negli anni a lavorare in luoghi difficili da raggiungere come vulcani, ghiacciai e perfino siti radioattivi, nell’intento di far riflettere il pubblico sul mondo in cui abitiamo e sulle rappresentazioni immaginifiche che di esse abbiamo creato.

Nei giorni della fiera internazionale Ruinart ha coinvolto alcuni ristoranti e alberghi tra i migliori della città in una serie di esperienze gastronomiche nell’ambito delle Conversations with Nature, delle conversazioni con la natura. Io ho avuto la possibilità di provare quest’esperienza in uno dei ristoranti emergenti della scena milanese, Abba, nel Certosa District in pieno sviluppo. Abba, che si trova nei locali luminosi e lineari di un ex pennellificio trasformato in un luogo elegante e accogliente, ospita il lavoro di Fabio Abbattista, uno chef che in passato ha lavorato con Fabio Baldassarre all’Altro Mastai di Roma e più recentemente è stato nella cucina del relais L’Albereta in Franciacorta, che ospitarono il crepuscolo del grande Gualtiero Marchesi.

Abbattista con la sua cucina limpida, colta, misurata, profonda, che parte dalla Puglia di cui è originario per confrontarsi con il mondo, ha studiato per le serate Ruinart un percorso che mi ha confermato di avere fatto bene a puntare forte sulla sua ulteriore crescita. In abbinamento al Ruinart Blanc Singulier Édition 19, Abbatista ha preparato una equilibratissima Burrata con piselli, caviale e granita alla menta, poi una Seppia con carciofi e sesamo di ispica che ha esaltato la masticabilità e la versatilità del nobile mollusco perfettamente a suo agio nella tenue affumicatura del piatto, poi ancora un Risotto con robiola, cefalo e berberè e infine un sorprendente Lavarello con lenticchie nere e radice di curcuma che ha scavalcato agilmente le mie diffidenze a proposito del pesce di acqua dolce.

Finale grandioso con un soave dolce-dolce (hanno stancato i dolci che si vergognano di esserlo) di Crema montata di ricotta, fragole e rabarbaro. E un “bis” con una Focaccia dolce con. I caffè e arancia, entrambi in abbinamento allo splendido Ruinart Rosé.

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