Sulle tavole d'autunno tartufo bianco e "Alix" di Alice Bel Colle

Una brillante cooperativa agricola formata da cento soci e ben guidata dal presidente Claudio Negrino e dal vice Bruno Roffredoche è diventata un punto di riferimento per gli appassionati del vino

Sulle tavole d'autunno tartufo bianco e "Alix" di Alice Bel Colle
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Le tavole autunnali si prestano ad accogliere il tuber magnatum. Quel tartufo bianco di cui si sospettano, oltre a quelle culinarie, anche grandi proprietà afrodisiache. Nel dubbio piace ricordare che già dai tempi del sommo Plutarco, le pepite che nascono sottoterra alimentano le fantasie e l’estro letterario di grandi come Molière, Cesare Pavese e Mario Soldati. Scendendo letteralmente più a terra, un’esperienza comunque sopraffina è la sua ricerca che si può tentare guidati dall’esperienza di Franco Novelli, del ristorante «Vallerana» ai piedi dello sperone di Alice Bel Colle, nella sua tartufaia personale dove lo splendido segugio che lo accompagna, si diverte a scovarli con gran fiuto. Al «Vallerana», dopo una lieve spazzolata, questi tartufi bianchi pregiati del Monferrato diventano protagonisti sulla carne cruda, i mitici tajarin e perfino sul gelato. Ricercatezze da abbinare alle Barbere locali, come l’Alix della Cantina Alice Bel Colle.

Una brillante cooperativa agricola formata da cento soci e ben guidata dal presidente Claudio Negrino e dal vice Bruno Roffredo (insieme nella foto) che è diventata un punto di riferimento per gli appassionati del vino che si spingono fino alle porte di Acqui Terme (meta che merita sicuramente il viaggio) per rifornirsi allo shop di Moscato dolce (necessario per le prossime feste), ma anche secco (Filarej) per un calice profumato e perfetto da aperitivo o sui piatti di pesce. Scoprendo che il Brachetto secco (MonteRidolfo) è un vino aromatico che stupisce, soprattutto qualche anno dopo la vendemmia, con petali di rosa e lampone al palato. E così dopo la caccia al tartufo e la cucina del «Vallerana», da annotare anche il ristorante «Moncalvo» ad Acqui o la «Bottega del Vino» dall’ottima proposta enologica sotto al Belvedere del piccolo Comune che dà il nome anche alla cantina sociale.

Il consiglio è salire pochi gradini anche se irti fino al punto di osservazione panoramico a 360 gradi e senza eguali in tutto il Piemonte. Infine, prima di ritornare verso la pianura, per i più golosi val la pena di raggiungere la pasticceria «Chiodo» e la sua torta di nocciole. Cosicché i peccati di gola siano completi.

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