Vicara, il Monferrato rock

Un’azienda giovane che cerca di elettrizzare con i suoi vini un territorio molto tradizionale. Notevoli le due interpretazioni del difficile Grignolino (il .G e il cru Monferace) ma ci sono anche due buone Barbera (il Volpuva e il Cantico della Crosia), il blend Rubello e la spettacolare Freisa (Fleisa). E poi qualche bianco e uno Spumante Brut rosé

Vicara, il Monferrato rock
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Vicara è un’azienda nel cuore del Monferrato il cui nome è la sintesi dei tre fondatori: Diego Visconti, Carlo Cassinis e Domenico Ravizza, esponenti ciascuno di una famiglia in grado di apportare qualcosa al progetto nato nel 1992. Oggi sono rimasti soltanto i primi, nelle persone dei figli di Diego, Giuseppe ed Emanuele, che dal 2022 conducono da soli l’azienda con un piglio che a loro piace definire rock, per lo spirito un po’ ribelle che li contraddistingue, che si esprime nel tentativo di dire e fare qualcosa di nuovo in un territorio tradizionale come pochi. L’approccio alla terra è olistico e lento, l’uso dei mezzi agricoli è minimo, tutto quello che è possibile si fa a mano, i concimi usati sono soltanto naturali, mix di fiori e piante dono seminati per favorire la biodiversità, i filari di vite sono lasciati crescere in modo un po’ selvatico.

Vicara è un’azienda nel cuore del Monferrato il cui nome è la sintesi dei tre fondatori: Diego Visconti, Carlo Cassinis e Domenico Ravizza, esponenti ciascuno di una famiglia in grado di apportare qualcosa al progetto nato nel 1992. Oggi sono rimasti soltanto i primi, nelle persone dei figli di Diego, Giuseppe ed Emanuele, che dal 2022 conducono da soli l’azienda con un piglio che a loro piace definire rock, per lo spirito un po’ ribelle che li contraddistingue, che si esprime nel tentativo di dire e fare qualcosa di nuovo in un territorio tradizionale come pochi. L’approccio alla terra è olistico e lento, l’uso dei mezzi agricoli è minimo, tutto quello che è possibile si fa a mano, i concimi usati sono soltanto naturali, mix di fiori e piante dono seminati per favorire la biodiversità, i filari di vite sono lasciati crescere in modo un po’ selvatico.

E’ il Grignolino il vino che più mi colpisce di Vicara, anche perché si tratta di una tipologia notoriamente piuttosto difficile da domare. C’è un Grignolino del Monferrato Casalese Doc e si chiama .G, con il punto davanti a dare l’idea di una versione quasi definitiva del vitigno. Si tratta di un vino che ho assaggiato nell’annata 2022, molto siccitosa, prodotta in 14mila bottiglie. Un vino che fa solo acciaio e che esibisce un naso dagli aromi franchi, di rosa canina e piccoli frutti rossi e dal sorso concentrato, scattante, sapido. Il prezzo è di 14,90 euro sull’e-shop della cantina. E c’è il Monferace, un Grignolino del Monferrato Casalese Doc che è un cru del Bricco dell’Uccelletta che fa 24 mesi in tonneau in rovere e acacia dal primo al quarto passaggio con frequenti batonnage e poi altri 24 mesi di affinamento in bottiglia. L’edizione 2018 è complessa, con aromi complessi, speziati e balsamici e un sorso che è uno schiocco di frusta, di grande lunghezza, inoltre. Il prezzo è impegnativo (45 euro) ma vale davvero la spesa.

Gli altri vini rossi sono tutti comunque molto interessanti. Volpuva è una Barbera del Monferrato Doc di grande scuola e di notevole bevibilità (13,90 il prezzo a bottiglia dell’annata 2022). Cantico della Crosia è una Barbera del Monferrato Superiore Docg che fa 24 mesi di botte grande e barrique e che nell’annata 2019 mostra aromi terziari e balsamici di grande classe (24 euro). Rubello è un Monferrato Rosso Doc da uve Barbera, Cabernet e Nebbiolo dallo stile piuttosto internazionale e contemporaneo (17,90 euro). Ho tenuto per ultimo il vero campione, il Fleisa, un Monferrato Freisa Doc che fa 30 mesi in barrique e 24 di bottiglia e ha un naso notevolissimo, di tabacco e cacao, e una bocca minerale e con un passo da maratoneta. L’annata 2018 (55 euro a bottiglia) è stata rilasciata per metà mentre il resto sarà immesso sul mercato dopo dieci anni, quindi a partire dal 2028.

Ci sono poi un pugno

di bianchi, che non ho provato ma cito volentieri: il Sarnì Chardonnay Piemonte Doc (25 euro), l’Airales Monferrato Bianco Doc (13,90 euro), il Crosietta Vino Bianco (10 euro) e lo Spumante Brut Rosé Domino (15,90 euro),

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