A prescindere da quella artistica che tutti conoscono, Alain Delon lascia anche un'eredità molto più concreta, quella del suo patrimonio di cui fino ad ora non si conosce la cifra, ma solo l'entità, definita "enorme".
Al contrario di molti divi che con l'andare del tempo hanno sperperato tutto quello guadagnato nei tempi d'oro, Delon per tutta la vita è stato un abile affarista che ha saputo capitalizzare la sua immagine al punto di accumulare un patrimonio consistente. La prova più ovvia è la battaglia legale in seno alla famiglia, che da anni tiene banco nelle cronache di tutto il mondo.
Da dove arrivano i soldi
Da circa quindici anni, l'attore vendeva regolarmente all'asta le sue collezioni d'arte, automobili e vini pregiati. "Preferisco lasciare i soldi ai miei figli", ha spiegato all'AFP nel 2017, dicendo che odiava le "vendite postume". Ma quanti siano i soldi nessuno lo sa con certezza, si può solo presumere visto che nel 2000 aveva anche ottenuto la cittadinanza Svizzera, Paese noto per il suo sistema fiscale vantaggioso.
Come ricordato però da Le Monde, negli ultimi mesi, proprio in merito a questo, c'era stata una sorta di disgregazione familiare che aveva visto come protagonisti i tre figli dell'attore: Alain-Fabien, il più giovane, Anouchka, la sua unica figlia, e Anthony. Il primo atto di questa battaglia vede gli eredi contro la "dama di compagnia del padre" Hiromi Rollin, fatta uscire dalla vita del padre con accuse gravissime.
Le battaglie familiari
I figli l'hanno denunciata per molestie, appropriazione indebita e maltrattamento di animali, ma se contro di lei hanno fatto fronte unito, tra di loro la battaglia è ancora oggi senza esclusione di colpi. Anthony aveva accusato la sorella Anouchka di essersi “resa complice degli abusi e delle violenze di cui Alain Delon è stato vittima” e in questo era sostenuto dal fratello Alain Fabien. Un dramma che alla luce della prossima aperturtura del testamento, potrebbe inasprirsi ancora di più.
La divisione "non equa" dell'eredità
Il tutto parte da una divisione non equa dei beni tra i figli. Il 50% andrebbe a sua figlia Anouchka, il resto diviso tra i due maschi. Come detto non si tratta di pochi spiccioli, il patrimonio è stimato in diverse decine di milioni di euro accumulati tra immobili, opere d'arte, royalties sui suoi film, marche di abbigliamento, occhiali, profumi, borse e molto altro ancora.
Delon era stato anche produttore di una trentina dei suoi film tra cui "Borsalino" e "Monsieur Klein" possedeva una scuderia di cavalli da corsa e negli anni era riuscito a far crescere il suo marchio e la sua immagine. La sua società di distribuzione di prodotti di lusso, creata nel 1978, fu un successo, vendendo sigarette, alcol e profumi in Asia con il suo nome. Inoltre dal 2009, Dior ha utilizzato le sue foto degli anni '60, l'epoca del film la 'Piscina', per la pubblicità del suo profumo Eau Sauvage.
Un bel "malloppo" che avrebbe fatto storcere il naso per la divisione tra la sua figlia femmina, considerata da sempre la sua preferita, e i due maschi.
Ma qui non si tratta solo di beni, ma anche simbolicamente di affetto, visto che la divisione riflette i tanti rancori, le liti e le gelosie che sono state ampiamente raccontate alla stampa dai due maschi, cosa che Delon non ha mai gradito.Così come spesso succede oltre alle lacrime per una scomparsa così dolorosa si potrebbero aggiungere quelle di una faida familiare non indifferente. Non sarebbe certo la prima volta e purtroppo non sarà l'ultima.
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