Nemmeno i superoi - per antonomasia un'espressione machista e della "società patriarcale" secondo i progressisti - vengono risparmiati dall'ossessione del politicamente corretto. E così Robin, il giovane assistente di Batman della Dc Comics creato da Bill Finger e Bob Kane che esordì nel 1940, diventa bisessuale per soddisfare gli appetiti dei nuovi crociati della correttezza politica. Come riporta l'agenzia Adnkronos, infatti, nell'ultimo fumetto di Batman e Robin si dichiara bisessuale. Tim Drake, alias il terzo Robin della saga, realizza di essere bisessuale nel numero appena uscito Batman: Urban Legends #6. Nel fumetto, Tim/Robin ha un'illuminazione quando combatte al fianco del suo amico Bernard Dowd. "La gente continua a chiedermi cosa voglio. Ma io non riuscivo a capirlo. Qualunque cosa fosse, sembrava sempre fuori portata. Finora. Fino ad ora", dichiara nel fumetto. Più tardi, Tim raggiunge Bernard sulla sua veranda. "Ho pensato molto a quella notte e non so cosa significasse per me", dice Tim. "Ma mi piacerebbe scoprirlo". E finalmente arriva il tanto agognato cominq out: "Speravo che l'avresti fatto. Tim Drake... vuoi uscire con me?" La risposta è eloquente: "Sì... sì. Penso di volerlo".
Il politicamente corretto colpisce anche Batman
Ora sì che le minoranze - di genere ed Lgbtq - saranno più tutelate grazie al coming out di Robin. Certo è che ce ne ha messo di tempo l'assistente di Batman - la bellezza di 81 anni - per svelare la sua sessualità o, come direbbero più correttamente i fan del politically correct, "il suo orientamento di genere". E pensare che in un saggio pubblicato nel 1954 lo psichiatra Fredric Wertham si scagliava contro i fumetti definendoli immorali riferendosi a Batman e Robin, in particolare, come a "un sogno di desiderio di due omosessuali che vivono insieme". Era la presa di posizione figlia del perbenismo del tempo: ora, infatti, il nuovo perbenismo è il politicamente corretto e la politica dell'identità, ossia l'ossessione di dividere e atomozzire la società in minoranze sempre più ristrette. Secondo i nuovi dogmi della sinistra, per Robin essere "bisessuale" è senza alcun dubbio un valore aggiunto, una qualità da sfoggiare. Ora si chè Batman e Robin sono al passo coi tempi. Manca giusto - se vogliamo essere pignoli - un rifugiato qua e là e un transgender, e allora potrebbe diventare il fumetto perfetto.
A dirla tutta, Tim-Robin è solo l'ultimo membro della saga dell'uomo pipistrello ad alzare la bandiera arcobaleno: già nel 2006 Greg Rucka reinvetò Batwoman come lesbica. Da allora, gli antieroi Harley Quinn e Poison Ivy sono stati ritratti come partner romantici. Catwoman è stata presentata come bisessuale e la detective della polizia lesbica, Renee Montoya, ha spesso pattugliato le strade di Gotham, sia come poliziotta che come l'enigmatica supereroina The Question.
Quel vortice politically correct che divora i supereroi
Come già riportato nei mesi scorsi, Batman e Robin non sono certo gli unici a dover fare i conti con il politically correct. In casa Marvel, per la prima volta in 80 anni di storia del fumetto, un omosessuale raccoglierà lo scudo del supereroe. Un adolescente che "rappresenta gli oppressi e i dimenticati" diventerà il primo personaggio LGBTQ + ad assumere il ruolo di Capitan America.
Marvel Comics ha celebrato infatti l'ottantesimo anniversario dell'eroe statunitense, creato da Joe Simon e Jack Kirby nel 1941, con il lancio di una nuova serie a fumetti, The United States of Captain America, in cui il capitano in carica Steve Rogers farà un viaggio attraverso gli Stati Uniti per ritrovare il suo scudo perduto e incontrerà persone di "tutti i ceti sociali" che hanno indossato il mantello di Captain America per difendere le loro comunità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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