Che tristezza sfigurare Cleopatra!

Ci sono personaggi storici che sono delle vere e proprie superstar. Tra quelli femminili non c'è nemmeno da discutere: la Regina d'Egitto Cleopatra, al secolo Cleopatra Tèa Filopàtore, è la "supernova" di tutte le epoche

Che tristezza sfigurare Cleopatra!

Ci sono personaggi storici che sono delle vere e proprie superstar. Tra quelli femminili non c'è nemmeno da discutere: la Regina d'Egitto Cleopatra, al secolo Cleopatra Tèa Filopàtore, è la «supernova» di tutte le epoche. Difficile trovare un personaggio storico così noto. Ed è uno dei motivi per cui dell'ultima sovrana della dinastia tolemaica sappiamo davvero tantissimo. Possiamo avere difficoltà a inquadrare politicamente il personaggio tenendo conto che gli storici romani le furono ostili. Ma sui fatti abbiamo pochi dubbi. Della regina possediamo anche due busti: uno all'Altes Museum di Berlino, l'altro al Museo Gregoriano Profano di Roma. Possediamo per altro i busti della maggior parte dei suoi ascendenti, di origine macedone. Esistono poi possibilità che sia stato ritrovato il teschio di sua sorella Arsinoe, che Cleopatra e Antonio fecero assassinare, nel 41 avanti Cristo.

Perché questa premessa da studiosi di antichità? Perché i busti che abbiamo ci mostrano una Cleopatra con tratti molto lontani da quelli di Elizabeth Taylor - che la interpretò al cinema - ma europei, in linea con quelli di una avvenente matrona mediterranea di discendenza macedone. Esattamente come i busti di quasi tutti i suoi antenati. Non si può essere certi che il teschio rinvenuto ad Efeso, dove fu uccisa, fosse sicuramente di Arsinoe: ma se lo fosse la ricostruzione facciale ci mostra una donna mediterranea anche se con qualche tratto somatico un poco più egizio di quanto ci si sarebbe aspettati. E invece nella docufiction (quindi con pretese di storicità) Regina Cleopatra di Netflix, che arriverà in Italia il 10 maggio, viene interpretata da un'attrice (Adele James) con tratti chiaramente afro. La scelta portata avanti dalla produttrice di origine giamaicana Jada Koren Pinkett (moglie del noto attore afroamericano Will Smith) ha causato una serie di proteste in tutto il mondo. Partite proprio dall'Egitto. L'archeologo Zahi Hawass ha descritto senza mezzi termini la rappresentazione data nel documentario come una «falsificazione dei fatti». Gli hanno fatto eco studiosi più o meno di ogni dove. È partita anche l'ironia sui social, con meme in cui si vede un finto documentario Netflix sul Polo Nord dove gli orsi sono bruni. Questo è quello che si ottiene a voler continuamente manipolare la Storia per riscriverla secondo l'ideologia woke. Ma se la docufiction passerà indenne dalle polemiche, cosa probabile, pensate all'effetto distorsivo che avrà per un pubblico enorme.

Perché le serie restano negli occhi, i manuali di storia no. A ranghi invertiti, se in un documentario il leggendario Shaka, il fondatore dell'Impero Zulu, fosse interpretato da un attore dai tratti mediterranei, immaginate il polverone (e ci uniremmo anche noi).

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