Cultura a passo di gambero: dalle frenesie futuriste alla «lentezza di Kundera»

Il 15 marzo si celebre la giornata della lentezza. Un modo per riscoprire i piacere della vita e per imparare a non farsi inghiottire dai ritmi frenetici e dalla moda del «last minute»

I tempi cambiano. Un tempo la cultura vestiva i panni di pioniera e di avanguardia esaltando il mito della velocità. Oggi a un secolo da quei manifesti futuristi ci rendiamo conto che la velocità o funziona male (tipo Frecce rosse in perenne ritardo) o funziona troppo (la frenesia della nostra vita moderna). Un tempo magari bastava un Cinar, almeno secondo Ernesto Calindri, centellinato proprio nel bel mezzo di un affollatissimo incrocio stradale per isolarsi e recuperare un po' del piacere delle lentezza. Un piacere sul quale anche un grande scrittore Milan Kundera si è soffermato dedica al tema addirittura un romanzo.
Oggi tutti sentono il bisogno di recuperare un «ritmo più umano» e paradossalmente invochiamo la tecnologia per aiutarci a recuperare il tempo. In verità è proprio la tecnologia a estremizzare i nostri ritmi (informazioni, internet, telefoni non ci aiutano a fermarci, casomai ci fanno cambiare direzione ma non ci rallentano la corsa).
Ed è per questo che da qualche anno si celebra la giornata della lentezza. Un modo per riflettere su questa umanità troppo confusa e condizionata dai suoi stessi riflessi pavloviani. Il prossimo appuntamento in calendario è per lunedì 15 marzo. E l'imperativo è sempre lo stesso: prendetevela comoda. Ideata dall'organizzazione di volontariato «L'arte di vivere con lentezza», e ormai alla quarta edizione, ha come motto «rallentare quando possiamo, correre quando dobbiamo». Quest'anno pone come centrale il tema: «Rallentare per uno sviluppo economico in armonia con l'uomo e con l'ambiente». Cambiano i termini ma il concetto è lo stesso che da qualche lustro molti economisti etichettano con «sviluppo sostenibile», dove la crescita deve essere rallentata per permettere di assorbire armoniosamente tutte le novità che la produzione economia comporta.
Come efficace contraltare della moda del «last minute», ecco prendere piede la filosofia del viaggio lento, alla riscoperta del silenzio, del piacere di camminare e di vedere e dei rapporti di convivialità con i compagni di viaggio. E così c'è la giornata nazionale del trekking urbano, la cui ultima edizione si è svolta in ottobre in 32 citt... italiane; la giornata, appena celebrata, domenica 7 marzo, delle «ferrovie dimenticate», che ha visto oltre seimila chilometri di rotaie - che un tempo collegavano le città alle campagne - protagoniste di incontri, visite guidate ed escursioni per scoprire percorsi antichi che potrebbero essere trasformati in piste ciclopedonali e greenways fruibili con mezzi ecologici, dalla bicicletta al cavallo, al pattinaggio.
Anche lo slow travel, insomma, ambisce a divenire di moda persino in montagna, dove è sempre più trendy la tendenza a sciare lentamente, gustando il paesaggio montano, le cime innevate, il silenzio della natura. Tanto che alcuni comprensori mettono a disposizione circuiti con piste facili e pendenze più dolci per sciare o fare escursioni (anche notturne) a un ritmo più lento.
L'anno scorso a Milano, in occasione della giornata della Lentezza, finti vigili urbani, armati di palette con tartarughe disegnate, minacciavano multe se non si passeggiava con più calma.

All'inizio - dicono gli organizzatori - non è stato facile spiegare ai passanti affrettati nella centralissima piazza San Babila che si trattava solo di un'iniziativa di sensibilizzazione per la terza giornata mondiale della lentezza, poi, con il passare delle ore, anche i milanesi più frenetici hanno cominciato ad apprezzare le attività organizzate per quel lunedì insolitamente dedicato al «vivere slow». E così intorno all'ora di pranzo la piazza si è affollata di numerosi lavoratori che hanno approfittato della pausa per prendersela comoda. Lunedì prossimo vedremo come andrà.

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