La bulla di Varallo chiede scusa. Vero pentimento o semplice opportunismo?

Lettera della ragazza dopo la vergognosa aggressione a una disabile

La bulla di Varallo chiede scusa. Vero pentimento o semplice opportunismo?

Nel sito dell'istituto alberghiero «Giulio Pastore» di Varallo Sesia (Vercelli) campeggia il link della «Buona Scuola», la versione web della riforma targata Renzi. Da una parte il libro dei sogni della «Buona Scuola» renziana, dall'altra la realtà della cattiva scuola dove tre ragazzine picchiano e sputano in faccia a una loro compagna disabile senza che - e questa è ancora più grave dell'aggressione stessa - una professoressa (presente alla scena) intervenisse in difesa dell'alunna che implorava il suo aiuto. I carabinieri indagano e denunciano le ragazze, il preside si giustifica: «Nel giorno dell'incidente ero assente per malattia...». Il consiglio d'istituto annuncia per giovedì non meglio precisati «provvedimenti» nei confronti delle studentesse colpevoli e - si spera - anche della professoressa che ha fatto finta di non vedere ciò che, non solo doveva vedere, ma denunciare ee condannare con forza. Invece le cose sono andate in maniera vergognosamente diversa. Il video dell'aggressione è finito sui social network, ai genitori della giovane vittima sono arrivati (in ritardo) le scuse delle istituzioni locali. E solo ieri (per opportunismo?) è giunta una lettera - pubblicata dal «Corriere della Sera» - di «scuse» da parte di una delle bulle protagoniste della odiosa aggressione.

Lei dice di chiamarsi Greta e scrive cose del tipo: «Ho sbagliato, lo so. Sono molto pentita. Chiedo una seconda possibilità. Tornassi indietro non lo rifarei. Sì, sono la ragazza che tutti voi state dipingendo come un mostro. Le persone che mi conoscono, sanno che non sono una ragazza violenta, anzi, io sono dell'idea che le parole dette in una certa maniera, possano far più male di uno schiaffo. Purtroppo, e risottolineo purtroppo, sto attraversando un brutto periodo, e a volte presi dalla rabbia e dal nervoso, si fanno cose che non si vorrebbero fare. A volte si agisce d'impulso, senza pensare a quello che si sta facendo. Io ho sbagliato, sicuramente. Non dovevo fare quello che ho fatto, ma come ho già detto prima, a volte si agisce d'impulso. Io credo che ogni essere umano possa sbagliare, altrimenti non verrebbe definito «umano. Ma credo anche che chiunque si meriti una seconda possibilità. È giusto pagare per i propri errori; anche se sono davvero dispiaciuta per quello che è successo. Anzi, dispiaciuta non è la parola adatta, la parola esatta è pentita. Sono molto pentita per ciò che ho fatto, tornassi indietro non lo rifarei mai. State parlando di «bullismo». Io non sono una bulla! Mi state facendo passare per quella che non sono! Mi sento uno schifo, anche se so che per la maggior parte di voi è giusto così. Quello che sto passando io è sovrumano. È più di quanto ognuno di voi si possa immaginare. Mi state giudicando tutti, ma mi state giudicando per quello che non sono. Non sono né una bulla, né una ragazza a cui piace fare del male alle altre persone. Ho sbagliato, lo so, e chiedo scusa a S.

Non chiedo la vostra comprensione, ma ci tenevo a farvi sapere che nonostante io abbia sbagliato, mi state facendo passare e sentire come una ragazza che ha ucciso. Ognuno merita una seconda opportunità, a maggior ragione se si è capito l'errore commesso!».

Vuoi vedere che, alla fine, è lei che vuol passare per vittima?

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