Opere d'arte dei luoghi terremotati in mostra nelle Marche, a supporto del restauro dei beni artistici danneggiati dal sisma e a sostegno dell'occupazione dei giovani rimasti senza lavoro.
La mostra "Capolavori sibillini" è stata inaugurata ieri a Osimo, in provincia di Ancona, e si protrarrà fino al prossimo 1 ottobre. Protagoniste le opere conservate, in gran parte, nei musei associati alla Rete Museale dei Sibillini comprendente otto comuni: Montefortino, Montefalcone Appennino, Smerillo, Monte Rinaldo, Montelparo, Montalto Marche, Loro Piceno e San Ginesio.
Si tratta di tavole, oggetti e manufatti che erano conservate in edifici danneggiati dalle scosse di terremoto che hanno colpito l'Italia centrale a partire da agosto del 2016 e che fino a ottobre verranno ospitate presso il Museo civico e il palazzo Campana della città marchigiana.
Saranno visitabili al pubblico capolavori del territorio dei Sibillini: dalle tele di Fortunato Duranti, “artista di genio stravagante” di Montefortino, alle opere di Giaquinto e Unterpergher; dalle nature morte di Spadino, Pfeiler e Munari, alle pregevoli tele e tavole del Pagani, del Ramazzani e del De Magistris. Inoltre verranno esposti anche oggetti liturgici e paramenti appartenuti a papa Sisto V, pontefice marchigiano ed è stata prevista una sezione in cui si potrà assistere dal vivo al restauro delle opere danneggiate.
Importante il risvolto sociale della mostra: essa offrirà infatti lavoro ai giovani che erano occupati nella Rete museale dei Monti Sibillini e che ora sono rimasti senza impiego e al tempo stesso offrirà il finanziamento per il restauro dei beni artistici
danneggiati dal sisma.Il tutto sotto la supervisione di un patrono d'eccezione: Vittorio Sgarbi, che è presidente del comitato di studio ed ha coniato il titolo: "Capolavori sibillini, l'arte nei luoghi feriti dal terremoto".
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