Lo scrittore di insuccesso che ha creato True Detective

La fiction osannata dai critici nasce da un romanzo rifiutato e usa fonti letterarie che vanno da Faulkner all'horror

Lo scrittore di insuccesso che ha creato True Detective

L a vera storia di True Detective ? La trovate leggendo William Faulkner. Potremmo rispondere così al grande interesse che negli Stati Uniti e, da venerdì scorso anche in Italia, ha suscitato la messa in onda di True Detective , un serial pluripremiato e incensato dal pubblico e dalla critica, anche cinematografica: un record di riconoscimenti, e di ascolti, per una serie (da noi in onda su Sky Atlantic) che, al di là di ogni competenza in merito, da spettatori non possiamo che giudicare come uno dei migliori prodotti televisivi mai andati in onda. Protagonisti sono i detective Rust Cohle e Marty Hart le cui vite si intrecciano nella lunga caccia a un serial killer in Louisiana, durata diciassette anni. Attraverso archi temporali diversi e adrenalici flashback sono raccontate le vite private e le indagini dei due detective, dal 1995 al 2012 anno in cui il caso viene riaperto. Questa in sintesi la trama di un «telefilm» e di «uno sceneggiato», come si chiamavano una volta, seguito da milioni di telespettatori. I critici televisivi si sono sperticati nelle lodi, del tutto condivisibili, dimenticando, però, un aspetto importante del successo. Lo sceneggiatore Nic Pizzolatto, prima che uno scrittore televisivo, è uno scrittore: un grande scrittore, purtroppo ancora molto sottovalutato dalla critica letteraria. È lui il deus ex machina della serie: è stato sottolineato più volte, ma nessuno ha affrontato sui giornali l'aspetto strettamente letterario di True Detective , aspetto che è tutt'altro che secondario.

La prima «apparizione» italiana di Pizzolatto è stata nel 2010 nella raccolta Notti senza sonno curata dal thrillerista Jeffery Deaver e pubblicata da Rizzoli. In quella antologia si voleva raccogliere «il meglio della narrativa dell'anno» con nomi altisonanti come Stephen King, Michael Connelly, Joyce Carol Oates, Alice Munro. Deaver, però, nell'introduzione diede molto spazio a Pizzolatto scrivendo a proposito del racconto Ricercato : «Non ero sicuro se includerlo in questa antologia, ma la voce di Pizzolatto è unica e caratterizzata da una grande sensibilità per i dialoghi e da una grande perspicacia nel descrivere le speranze e la disperazione di gente che vive in un luogo dove, generazione dopo generazione, si racconterà sempre “del giorno in cui è esplosa la raffineria”». Deaver, quattro anni fa, ha intuito gli elementi che hanno fatto la differenza tra True Detective e il resto della tv: la potenza dei dialoghi e la rievocazione quasi visionaria (ma al contempo venata da un «realismo sporco»), che rende unica la serie. Sempre nel 2010 è apparso Galveston , edito nella collana Strade Blu Mondadori: un romanzo passato del tutto inosservato in Italia e poco letto anche negli Stati Uniti. È lo stesso Pizzolatto, in moltissime interviste a dichiarare che «il libro non venne recensito da nessuno». Dopo il 2010 il nulla: ha scritto racconti, romanzi, mai editi a oggi in Italia. In quel Galveston , però, appare già uno dei due protagonisti di True Detective : quale? A voi scoprirlo. Fortunatamente il libro, da anni fuori catalogo, è riapparso a fine giugno nelle librerie con l'etichetta «dall'autore di True Detective »: leggetelo perché scoprirete alcuni segreti del successo planetario che oggi riscuote questa serie.

Anche True Detective è nato come romanzo, ma non trovando editore Pizzolatto ha deciso di trasformarlo nel copione di una sceneggiatura. Sin dal titolo sono evidenti i riferimenti letterari: si ispira alle riviste americane di genere pulp nate nel 1924 in cui la narrativa gialla si alternava ad articoli riguardanti casi criminosi realmente accaduti. In tutta la scrittura narrativa di Pizzolatto è evidente la matrice narrativa dei grandi scrittori del Sud: da Erskine Caldwell a Truman Capote, da William Faulkner a Carson McCullers, da Tennessee Williams a Flannery O'Connor. Terre come la Louisiana, dove sono ambientati anche i romanzi e racconti di Pizzolatto e True Detective , fanno parte di un'America (s)profonda dove il mistero e la Natura, la violenza e l'esistenzialismo fanno parte da sempre della vita quotidiana. Negli Stati Uniti ha fatto molto scalpore che alcune di queste influenze assomiglino a veri e propri plagi. Moltissimi accusano Pizzolatto di aver copiato da Il Re in Giallo di Robert W. Chambers, antologia di racconti brevi del 1895 (in Italia per Edizioni Hypnos) che ha ispirato persino il grande H.P. Lovercraft. I più accaniti rimangono i lettori di Thomas Ligotti, come ci spiega Armando Corridore, suo editore italiano per Elara: «Nel corso di alcuni dialoghi tra i due personaggi principali di True Detective sono citati integralmente o parafrasati molto da vicino alcuni passaggi tratti dalle opere dello scrittore Thomas Ligotti, considerate ormai classici della moderna letteratura horror contemporaneo». Tanto che lo stesso Pizzolatto, seguito da un comunicato ufficiale della casa di produzione della serie HBO, ha dovuto specificare di essere un grande ammiratore di Ligotti, di poterne essere rimasto influenzato, ma di non aver copiato nulla. L'interrogativo rimane, anche se nulla toglie alla straordinaria qualità di True Detective . Il mistero lo lasciamo su William Faulkner con l'invito alla lettura de L'urlo e il furore (Einaudi) e di Assalonne, Assalonne! (Adelphi): la struttura narrativa è uguale.

Persone differenti raccontano gli stessi episodi attraverso una serie di flashback. No, non è True Detective : è Faulkner, uno dei più grandi scrittori non solo americani del '900.

E poi dicono che la televisione non fa leggere.

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