La notizia della relazione di Salvador Dalí (1904-89) e Gala Éluard Dalí (nata Elena Dmitrievna D'jakonova, 1894-1982) con Joan, un bambino di Cadaqués eletto loro figlioccio, apparsa qua e là sulla stampa, è ora confermata dal nuovissimo libro di José Ángel Montañés, El niño secreto de los Dalí pubblicato in Spagna (Roca Editorial, pagg. 334, euro 20,90), che apporta una ricca documentazione storica e fotografica sulla vicenda. Una storia singolare in quanto il bambino prediletto, a differenza delle numerose persone che hanno rivendicato l'amicizia o la paternità del grande pittore (contrario a ogni legame di sangue perché «i geni non devono riprodursi»), non ha mai fatto conoscere il rapporto privilegiato che ha avuto con i Dalí.
La storia sorprende se solo guardiamo il comportamento di Gala, madre di Cécile, avuta dal poeta Eluard, con la quale non ha mai voluto dialogare o conservare ricordi, mentre a questo bambino ha dedicato una grande attenzione, come mostra il carteggio e un centinaio di foto che ha custodito. Tra queste una in cui Joan è con Gala, mano nella mano, con accanto Dalí, mentre pranzano sulla terrazza dell'hotel Portlligat; in altre gioca con lei a carte o è impegnato in un duello alla spada con Salvador. Un rapporto intimo, gioioso, familiare, che inizia nella primavera del 1948, quando la coppia dagli Stati Uniti arriva nella casa di Cadaqués, dove rimane fino all'autunno inoltrato prima di tornare a New York, richiamata dal successo economico, incoraggiato da Gala tanto da meritare all'artista l'anagramma «Avida Dollars», inventato da André Breton. La relazione con il figlioccio, che muore nel 1999, dura fino alla fine degli anni Ottanta quando vengono a mancare i due protettori.
Il libro si apre con il gustoso aneddoto di Joan che dorme per la prima volta in casa Dalí e, per l'emozione, orina nel letto; alla domanda del pittore che cosa fosse successo, risponde: «Ho sudato molto, signor Dalí».
Nella sua frequentazione con la coppia, il bambino conosce Walt Disney (che gli regala una copia firmata di Peter Pan), stringe la mano ai duchi di Windsor e a Umberto di Savoia, e partecipa a importanti atti ufficiali dove è presentato come figlioccio.
A questo punto è naturale chiedersi chi è questo bambino tanto amato dai Dalí, che sappiamo contrari a qualsiasi legame familiare. È noto infatti il rapporto tumultuoso di Salvador con la sorella Anna Maria, ed è motivo iconico lo scontro avuto col padre per aver scritto sul suo quadro El sagrado corazón: «Sputo con piacere sul ritratto di mia madre». Lo stesso può dirsi per la relazione di Gala con Luis Buñuel, il quale ha dichiarato che fu più volte sul punto «di strozzarla», talmente era perfida.
Il prediletto Joan è figlio di un amico di Dalí che ha seguito i lavori di ristrutturazione della sua casa. Il legame si consolida quando Salvador dipinge La Madona de Portlligat e Joan è scelto come modello del Bambin Gesù. Da quel momento farà parte della vita della coppia: entra ed esce a piacimento nello studio di Salvador tanto che la gente del paese lo considera «el nen de can Dalí», «il bambino della casa Dalí».
Bello, simpatico, estroverso (il suo viso delicato ha i tratti dei quadri di Murillo), Joan conquista subito le simpatie dei due personaggi con cui dialoga anche a distanza, come mostrano lettere e cartoline che la coppia invia dall'America chiedendo sue notizie. In una, del 1952, Dalí si lamenta con il padre di Joan per il prolungato silenzio del figlio, sottolineando il loro disappunto: «La Signora ed io siamo molto dispiaciuti che Juan ci abbia scritto così poco, che ci scriva di più». Dalí lo sceglie ancora quale protagonista di un film proposto alla 14a edizione della Mostra di Venezia del 1953, poi rinviato e infine mai presentato per l'incrociarsi di diversi veti politici.
La relazione continua durante il servizio militare del giovane, che si scusa di scrivere poco e non poter essere con loro a Barcellona alla presentazione del quadro La batalla de Tetuán. Quando si fidanza con Mercè Cabanes, i Dalí temono di perdere il figlioccio, al quale in seguito Salvador offre addirittura la direzione del suo Teatro-Museo di Figueres; ma Joan non accetta, come rifiuta altri inviti a collaborare con il pittore. Il profondo legame che lo lega a lui nasce solo dal cuore.
Il libro di José Ángel Montañés El niño secreto de los Dalí non dice se Joan partecipi ai funerali dei suoi grandi amici, e ciò induce a pensare che non volle essere presente, conoscendo l'orrore di Salvador e Gala per la morte. Scelse il silenzio e continuò a conversare con loro, come da bambino, mano nella mano, sulla terrazza dell'albergo di Portlligat.
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