Non c’è niente da fare, i grandi artisti sono sempre persone particolari, e Maupassant non sfugge a questa regola. Hanno personalità spiccate, ma sono anche contraddittori, tormentati, vivono sempre all'attacco, coltivano rancori e nobiltà, in loro tutto è amplificato, tutto è estremo, si reggono su instabilità che farebbero crollare chiunque e traggono linfa vitale dal loro equilibrismo esistenziale. Troviamo Maupassant sul fronte a soli vent'anni, in una guerra, quella Franco-Prussiana, che
lascerà ferite laceranti per decenni, fino al caso Dreyfus e oltre, fino a quando il sangue della Grande Guerra laverà quello precedente... A trentotto anni contrae la sifilide, una malattia "maledetta" che lui gestirà con orgoglio, esibendola
come la prova della sua refrattarietà alle convenzioni piccolo-borghesi: "sono malato perché ho vissuto in contrasto con le regole!" era ciò che voleva comunicare al mondo dei benpensanti!
La sua breve vita (morirà a quarantatré anni) è un alternarsi di incontri e solitudine: da un lato frequenta Flaubert, Turgenev e Zola, coi quali condivide un amaro e angoscioso realismo figlio dell'amore che tutti questi personaggi hanno per Schopenhauer, dall'altro fugge, passa mesi a navigare in solitaria, litiga e serba rancore. Il suo disgusto per le convenzioni e la vita borghese traspare in tutte le sue opere, ma non gli impedisce di diventare, caso raro tra i geni del passato, ricco e famoso, grazie anche al suo incredibile stacanovismo (in dieci anni scriverà 300 racconti e sei romanzi). È sempre in bilico tra avversione e pietas, condanna, fustiga, assolve ed accarezza.
Ne "La collana", una delle sue novelle più popolari, descrive con impietosa lucidità la protagonista, Mathilde Loisiel, la moglie di un modesto funzionario, una donna bella ma poco intelligente e totalmente priva di valori interiori: chissà se Maupassant aveva previsto il fatto che al giorno d'oggi abbiamo milioni di donne (e di uomini) simili a lei! Mathilde è affascinata dal lusso, fosse nata oggi vivrebbe incollata alla televisione e ai siti di gossip per spiare con invidia le vite dei "vip", sarebbe in Sardegna a guardare da lontano le barche dei ricchi, discuterebbe con le amiche del nuovo fidanzato della soubrette di turno... Anche lei ha la sua grande occasione, un invito a un ricevimento: costringe il marito ad indebitarsi per comprarle un vestito all'altezza della situazione e si fa prestare una collana da una facoltosa amica. Vivrà come un sogno quell'unica serata da protagonista, alla quale seguirà una terribile dannazione, fino a un grottesco e crudele finale: l'autore seguirà passo dopo passo il drammatico epilogo, la nemesi che incontra chi disprezza ciò che ha e le persone che la amano, facendoci assaporare una punizione quasi soprannaturale...
L'audiolibro de "La collana" non è più disponibile qui. Presto tutti gli audiolibri di Enrico Ruggeri saranno pubblicati assieme e resi disponibili su ilGiornale.
Da oggi puoi ascoltare Ruggeri che legge Oscar Wilde.
Anche in "Quel porco di Morin" Maupassant si diverte nel mettere alla berlina le incongruenze del perbenismo borghese, raccontandoci una strana storia che sicuramente non piacerebbe per nulla alle neo-femministe di oggi (per fortuna queste passano più tempo sui social che non davanti a un libro...): lo sfortunato protagonista, Morin, si rovina la vita per un maldestro atto impulsivo, il tentativo di baciare una ragazza in treno. Viene bollato per tutta la vita come un "molestatore", un porco, appunto, e si porta dietro per sempre quell'insulto, non è più "Morin", ma è diventato "quel porco di Morin"! A quel punto interviene lo scaltro Labarbe, uomo di ben altro fascino, gaglioffo e spregiudicato, ma rispettoso delle convenzioni: dovrà convincere la ragazza a ritirare la denuncia. L’epilogo della storia insinua parecchi concetti, tutti molto delicati: la forma, in questo mondo, è più importante della sostanza, e soprattutto ci lascia col dubbio che tutte le donne possano essere vulnerabili e disponibili, ma solo a condizione di seguire un protocollo che le faccia uscire senza macchia, protette dal mondo e convinte di essere loro a scegliere, e non viceversa... Insomma, la fama di "scorretto" che Maupassant si porta dietro per tutta la vita è più che giustificata, anzi, il passare degli anni la amplifica!
L'audiolibro de "Quel porco di Morin" non è più disponibile qui. Presto tutti gli audiolibri di Enrico Ruggeri saranno pubblicati assieme e resi disponibili su ilGiornale.
Da oggi puoi ascoltare Ruggeri che legge Oscar Wilde.
Ma oltre alla feroce satira l'autore francese ha altri argomenti che gli stanno a cuore nella sua sterminata produzione: uno di questi è il suo acceso patriottismo. "La signorina Fifì" racconta di un gruppo di ufficiali tedeschi che requisiscono una sontuosa Villa in Normandia durante l'occupazione della Francia. Il ritratto di questi militari gronda risentimento verso gli invasori, descritti come persone rozze, violente, che distruggono opere d'arte e sfregiano quadri, insomma, si sfiora lo stereotipo antitedesco. In questo manipolo di uomini così brutali si distingue un marchese, soprannominato "Fifì" per uno strano fischio che emette in segno di disprezzo: sarà proprio lui ad imbattersi nella fiera reazione di una prostituta, disposta a vendere il suo corpo ma non la sua dignità e il suo amor patrio.
L'audiolibro de "La signorina Fifì" non è più disponibile qui. Presto tutti gli audiolibri di Enrico Ruggeri saranno pubblicati assieme e resi disponibili su ilGiornale.
Da oggi puoi ascoltare Ruggeri che legge Oscar Wilde.
Questi tre racconti ci mostrano Maupassant per quello che è, un gigante della scrittura che fotografa le anime del suo tempo, riuscendo però a cogliere pulsioni e debolezze
che caratterizzano gli uomini al di là di ogni collocazione: i suoi personaggi sono ancora vivi e credibili anche oggi, e questo assicura a lui l'immortalità, e a noi il piacere di conoscerci meglio grazie alle sue parole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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