L'insigne medievista Warren Hollister, morto nel '97, disse nel discorso d'apertura, come presidente, della Pacific Historical Association: «A mio giudizio, chiunque creda che l'epoca che vide la costruzione della cattedrale di Chartres e l'invenzione del parlamento e dell'università sia stata buia deve essere mentalmente ritardato o, nel migliore dei casi, molto, molto ignorante». Ce l'aveva, anche se non lo disse, con Voltaire, Gibbon e Bertrand Russell.
La citazione è la chiave del libro dello statunitense Rodney Stark Il trionfo del cristianesimo. Come la religione di Gesù ha cambiato la storia dell'uomo ed è diventata la più diffusa al mondo (Lindau, pagg. 650, euro 32). Stark è forse il sociologo delle religioni più importante, che la necessità ha costretto a occuparsi di storia. Infatti, i suoi studi lo hanno condotto a pubblicare una serie di volumi la cui cifra è riassumibile così: tutto ciò che abbiamo imparato a scuola sulla nostra religione è falso perché, dall'era della nascita delle ideologie in poi, è condizionato dal pensiero politically correct di volta in volta dominante. Per esempio, sedotti dal mito di Roma (dal Rinascimento a oggi), non ci siamo accorti che «il fattore maggiormente benefico nell'ascesa della civiltà occidentale è stato la caduta di Roma!», un impero, come tutti quelli pre-cristiani, fondato sulla schiavitù, nel quale «se le classi privilegiate si appropriano di tutta la produzione al di sopra del minimo richiesto per sopravvivere, la gente non ha alcuna motivazione a produrre di più».
Senza schiavi (vietati dal cristianesimo) e senza oppressione fiscale, senza sterminati eserciti (da mantenere), con le proprietà monastiche divenute aziende, la tecnologia accelerò di colpo, sorsero il libero mercato e le banche, i diritti individuali. I teologi cristiani (non quelli islamici) tolsero ogni vincolo morale agli affari e nacque il capitalismo. L'Europa si ripopolò presto, le arti (basti pensare alla musica) fecero un grande balzo in avanti e la civiltà occidentale si pose alla guida del pianeta, una guida che non ha più lasciato.
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