I tempi sono maturi: questanno lo Strega corre davvero il rischio di diventare un premio ad alto contenuto letterario. «O tutto rimane comè - si mormora nei corridoi - e allora vince il bisognoso Piperno con Mondadori (Inseparabili), o anche quel gattopardo di Emanuele Trevi con Ponte alle Grazie-Gems (Qualcosa di scritto), oppure tutto cambia davvero. E vince loutsider, il talento estraneo alle logiche editoriali». Sì, campa cavallo...
Ma tutto può essere. Di candidati - non ancora ufficiali: per presentare le candidature cè tempo fino all11 aprile, mentre i 12 libri ammessi alla corsa finale saranno resi noti solo il 26 aprile - ce ne sono. Gianrico Carofiglio (Il silenzio dellonda, Rizzoli) è un sempreverde di bella presenza, ma vende da solo, lo Strega sarebbe un di più. Discorso diverso per Marcello Fois (Nel tempo di mezzo, Einaudi), autore che correva forte allepoca dei suoi titoli per Frassinelli, ma che oggi avrebbe bisogno di un «premio alla carriera» per fissarsi nel cielo della contemporaneità. Lautocandidatosi Alcide Pierantozzi (Ivan il terribile, Rizzoli) è troppo giovane, e si sa che lo Strega li preferisce un po più in là con gli anni. Così come il suo diretto concorrente qualitativo in Feltrinelli, Piersandro Pallavicini (Romanzo per signora, ma in giro ci sono ancora troppi nostalgici del suo asciutto esordio Il mostro di Vigevano, datato 1999). In Feltrinelli gira anche il nome dellex Marsilio Giovanni Montanaro (Tutti i colori del mondo), mentre perde quota la candidatura di Paolo di Paolo (troppo vecchio, del 2011, il suo Dove eravate tutti). Volete la vera sorpresa mediatica dello Strega 2012? Isabella Santacroce, col suo Amorino per Bompiani. Lex cannibale le ha tutte: carriera (Fluo uscì per Castelvecchi nel 1995), ambizioni massimaliste (la trilogia dantesca iniziata con V.M. 18), stile, eccentricità varie e quella pennellata dark-antagonista alla Christiane F. che in tempi di crisi promette bene.
Agguerrita, però, laltra metà del campo, quella dei piccoli marchi editoriali, che potrebbero proporre Marosia Castaldi (La fame delle donne, Manni), la quale segnò un colpo massimalista con Dava fine alla tremenda notte nel 2004. Poi il poeta di lungo corso Giorgio Manacorda (con Il corridoio di legno, Voland), Carlo Pedini (con la sinfonia storica La sesta stagione per Cavallo di Ferro), il prolifico Giuseppe Aloe (autore di Perrone), il muscolare Davide Enia (Così in terra, Dalai). Fra tutti, forse soltanto Emanuele Tonon (La luce prima, Isbn) ha qualche possibilità, per via dei fan (ma con riserva) che il suo scottante romanzo ha già reclutato tra gli scrittori affermati. Fandango potrebbe impuntarsi a sostenere Gaia Manzini (La scomparsa di Lauren Armstrong, titolo da scuola di scrittura creativa), mentre La rabbia di Marco Mantello (Transeuropa) potrebbe rosicchiare consensi. Circolano poi i nomi di Amos Mattio per Gremese, Lorenza Ghinelli per Newton Compton (editore che avrebbe una gran voglia di vincere), Carola Susani (Minimum fax), Pierpaolo Vettori (della lodevole casa editrice di ricerca Eliot).
Ma cè da scommettere che i giochi li faranno le grandi case editrici.
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