L’albero straniero che ha fatto la Toscana

L’albero straniero che ha fatto la Toscana


A parte la morte e le tasse, questo nostro mondo complicato offre sempre meno certezze. Se però chiedessi ad ognuno dei turisti che ogni giorno sbarcano dagli aerei appena arrivati in Toscana di descrivermi la prima cosa che gli viene in mente quando pensano a questa regione, sono sicuro che proverebbero a descrivermi una delle tante immagini stile Mulino Bianco che sono entrate nell'immaginario collettivo. Hai voglia a provare a spiegargli che questa nostra piccola patria è spesso lontanissima da questa immagine da cartolina, nelle loro menti quella e solo quella è la Toscana. Eppure, a guardar bene, in questa immagine stereotipata della nostra terra c'è qualcosa che non torna.

Il problema è che quegli alberi snelli ed eleganti che per molti sono il simbolo non ufficiale di questa regione non sono affatto indigeni. Non molti lo sanno ma i cipressi sono alberi originari della Persia, importati in Toscana qualche secolo prima della nascita di Gesù Cristo dagli ineffabili e misteriosi Etruschi. La storia di come questo albero venuto da lontano sia diventato talmente popolare da diventare il simbolo non ufficiale di questa regione è tanto affascinante quanto sconosciuta ai più, toscani inclusi.

Che il cipresso fosse un albero speciale se ne erano accorti in molti, ben prima che sbarcasse alle nostre latitudini. A parte le proprietà medicinali dei frutti, considerati nell'antichità un toccasana per la circolazione e per i problemi respiratori, in molte culture questo albero elegante e slanciato è sempre stato riconosciuto come magico, strettamente legato al passaggio difficile dal mondo dei vivi a quello dei morti. Se nel mondo greco gli stessi dei dell'Olimpo lo sceglievano come legno preferito per i propri accessori, dallo scettro di Zeus all'arco di Cupido, nell'iconografia cristiana il cipresso è stato visto come collegamento tra cielo e terra. Per i romani, invece, era un simbolo di fertilità e buona fortuna, tanto da essere spesso regalato alle nuove coppie o piantato in giardino quando nasceva una figlia femmina.

Se ascolterete l'episodio intero del nostro podcast scoprirete perché questo albero geometrico è così legato al culto dei morti e le tante ragioni molto pratiche che hanno spinto noi toscani a farne un uso ben più sistematico rispetto alle altre regioni. Se a voi può sembrare un albero normale, magari aggraziato e piacevole alla vista, per noi toscani ha un valore ben più importante. I cipressi per noi sono le sentinelle silenziose della nostra terra, che ne incarnano allo stesso tempo la memoria profonda, ma anche la forza, resistenza e determinazione di un popolo che, tra un brontolio e una bestemmia a mezza bocca, riesce a superare situazioni che molti altri considererebbero impossibili.

Questo albero venuto da lontano è davvero il simbolo della nostra piccola patria: sembra fragile ma si adatta ad ogni terreno, anche al più arido e povero di nutrienti. Ci piace così tanto perché, in fondo, ci assomiglia. Sottovalutatelo a vostro rischio e pericolo.


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