L'attualissima Via Crucis della Tamaro

L'ultima fatica di Susanna Tamaro è un piccolo libro, delle stesse dimensioni - volute - di un libretto di preghiere. È Meditazioni sulla Passione (Bompiani, pagg. 94, euro 8,50), con Nota finale dell'arcivescovo di Trieste, Crepaldi. È impostato come la Via Crucis annuale che si tiene al Colosseo. Ecco un assaggio, dalla III Stazione (Gesù cade la prima volta): «In un mondo in cui il bene è stato ridotto a ciò che piace e il male a ciò che non piace \ viviamo ormai costantemente immersi in un caparbio diritto alla felicità». Tuttavia, «la strada delle pecore senza pastore facilmente arriva davanti a un burrone». Sì, perché «a un tratto, sotto i nostri piedi si spalanca l'oscurità della malattia, il vuoto della perdita, la tenebra misteriosa della morte». Ed è proprio lì che troviamo ad attenderci quel che abbiamo con ogni cura evitato. A ogni meditazione, nelle Vie Crucis, segue la preghiera.
E la Tamaro non si tira indietro: «Signore, il mondo che Tu hai salvato è scivolato in un'arrendevole banalità». Cancellato il bene, cancellato il male (dunque, la possibilità di scegliere, cosa che rendeva grande il nostro destino), «che cos'altro ci rimane? Brucare». La preghiera è che il sacrificio di Cristo porti i cuori a essere di carne, non di plastica. Nella Stazione in cui Gesù incontra sua Madre, la Tamaro prega: «Santa Maria, Madre gloriosa di tutti i viventi, guarda questi tempi desolati in cui l'essere umano, più di ogni altra cosa, teme la maternità». Tu lo sai. Infatti, «non esiste un dolore più grande tra i viventi di quello di una madre a cui venga strappato il figlio». Ed ecco il Cireneo, che pregustava il riposo a casa dopo una giornata di fatica. Ma giunge l'imprevisto e una croce non sua da portare per forza. Disdetta, imprecazioni. Eh, «l'abitudine è una grande nemica della pienezza dell'uomo». Ma la routine ha un «opaco volto di morte», giacché i tiepidi, dice la Scrittura, saranno vomitati. Preghiera: «Signore Gesù, fa' che nella vita di tutti i giorni sappiamo sempre dire “sì” a tutto ciò che scompiglia i nostri minuscoli piani».

L'autrice di Va' dove ti porta il cuore si sofferma poi sul cuore della Veronica, che cerca il Volto di Cristo: «Nel nostro immaginario il cuore è ormai stato ridotto a una pompa, si guasta e si ripara, si rompe e si sostituisce. Quando proprio ci si vuole librare a livelli più alti, si trasforma nel territorio di caccia per le frecce di Cupido».

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