Lettera aperta di un padre ai figli per un mondo migliore

Federico Caloi, al suo felice esordio narrativo, ci consegna un libro di rara sensibilità

Questa è la storia di un sentimento che uscirà presto in libreria dopo essere maturato, a lungo, nel cuore e dall’anima di un padre. Un genitore che sogna per i suoi figli un domani migliore, da costruire insieme. Federico Caloi, al suo esordio narrativo, ci consegna uno scrigno di sogni da vivere ad occhi aperti. Nelle pagine di «Mamihlapinatapai» il lettore troverà - se solo avrà la voglia di cercarle - perle di fantasia e coralli di realtà: un tesoro sommerso in cui le grandi problematiche del mondo globalizzato si mischiano ad aspirazioni, denunce e speranze personali. Perché spesso - questo il tratto saliente del messaggio «onirico» di Caloi - si può (e si deve) partire da basso per spiccare il volo verso l’alto.

Partire dal basso significa anche affidarsi ai giovani. Non è un caso, infatti, che Caloi premetta: «Questo piccolo libro è rivolto a due persone, i miei figli, Camilla e Marco». Ma «Camilla e Marco» sono, in realtà, la proiezione innocente di un mondo adulto che deve espiare le proprie colpe. Come? Attraverso nuovi schemi, nuove regole. In una parola: una rivoluzione di pensiero e comportamenti. Caloi, alla fine del suo primo capitolo «Amore» (a nostro giudizio il più bello) lo dice chiaramente: «Quali sono le conseguenze di questo strappo nella tela della realtà che hanno provocato le Canaglie del Tempo? Cosa sta succedendo adesso nella realtà? Senza le risposte a queste domande non riusciremmo a capire come dobbiamo combattere.

Una cosa estremamente importante da sapere è che, ogni volta che potremo, non dovremo mai combattere con le regole che il mondo, cosiddetto civile, si è dato. A dire il vero, il problema sta proprio qui.

Noi dobbiamo inventare un gioco nuovo con regole nuove. Noi dobbiamo riportare le cose a come sarebbero state se non ci fosse stato quel cambiamento che ci ha portato nella direzione sbagliata». Impresa ardua, certo. Ma «Camilla e Marco» ce la faranno.

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