Un atteggiamento autenticamente liberale è (e deve essere) costantemente improntato al senso del limite: alla consapevolezza del fatto che l’uomo è imperfetto ed è chiamato a riconoscersi tale. È da un atteggiamento come questo che scaturisce la riflessione di Giancristiano Desiderio, saggista duttile e prolifico che da anni s’interroga sulle ragioni filosofiche della libertà e che nelle pagine di "Lo spirito liberale" si confronta con alcuni dei maggiori pensatori del Novecento: da Croce alla Arendt, da Machiavelli a Berlin, da Nietzsche a Leopardi, da Weber a Gadamer.
Il libro di Desiderio è una riflessione sulla riflessione, è una filosofia sulla filosofia: e al cuore di questo percorso c’è l’idea che – per sua natura – il pensiero filosofico è liberale in quanto critico, obbligato a riconoscere la propria essenziale impotenza, costretto a farsi carico dell’impossibilità di ottenere un sapere definitivo, ultimo, incontrovertibile.
Apparso per la prima volta nel 2008, questo studio ha il merito di affrontare tali questioni filosofiche e meta-filosofiche sforzando anche di calare una simile riflessione nel cuore di controversie recenti e ancora oggi molto vive. Come quando, nel settimo capitolo, evoca cruciali questioni bioetiche e, in particolare, un tema come quello dell’eutanasia, che negli ultimi anni è stato al centro dei casi (davvero drammatici) di Giorgio Welby ed Eluana Englaro.
Perché un legame così stretto tra pensiero e attualità? La risposta sta nel fatto che, in questo libro, la filosofia è pensata non già come un riflettere lontano dal mondo, ma semmai come un testimoniare “all’interno del mondo stesso”. Il punto da cui partire non sono gli Analitici primi di Aristotele, ma l’Apologia di Socrate o il Fedone: ossia il dramma di un uomo che è costretto a fare i conti con il potere e questo perché, nel corso della sua vita, ha parlato con onestà ai giovani e li ha esposti al rischio della verità. Se poi questa passione per la filosofia comporta la morte, per Desiderio può essere utile ricollegarsi alla lezione di René Girard, che vedeva in Gesù Cristo l’ultimo capro espiatorio e la fine di ogni necessità di uccidere gli altri per sentirsi innocenti.
Secondo Desiderio, non c’è allora filosofia che non sia esistenza, esperienza, testimonianza.
Per essere veramente tale, un pensiero deve investire la storia, concretizzandosi in fatti e in gesti. E anche un liberalismo davvero consapevole non può che trovare corpo ed espressione in uomini che siano veramente conquistati e cambiati da questo “spirito liberale”, appunto, e dalle sue ragioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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