Liberiamo le lettere

A 108 anni dalla pubblicazione del Manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti, Milano tiene a battesimo un nuovo manifesto artistico culturale, quello del Movimento per la liberazione delle lettere, espresso in forma di decalogo

Liberiamo le lettere

A 108 anni dalla pubblicazione del Manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti, Milano tiene a battesimo un nuovo manifesto artistico culturale, quello del Movimento per la liberazione delle lettere, espresso in forma di decalogo.

Protagonista è l'artista e scrittore Lorenzo Marini che con questa alta operazione culturale, rivisita il concetto occidentale per cui le lettere dell'alfabeto vivono esclusivamente collegate tra loro per creare un legame funzionale, una parola.

Ogni lettera, per Marini, ha invece una propria forza estetica, e può vivere individualmente cone opera d'arte.

“Le lettere nate libere e come gli uomini sono creature sociali ma anche individuali. E’ tempo di celebrare la bellezza della geometria che le compone e lasciare il gregge della tipologia alfabetica.

Le lettere sono segni architettonici nate per creare paesaggi nuovi ad ogni accostamento formale, ma la società occidentale le ha rese schiave della funzione.Non sono necessarie solo per leggere o per scrivere ma anche per alimentare la fantasia”. Così recitano i primi due punti del decalogo

le premesse per il Movimento per la liberazione delle lettere risalgono allo scorso ottobre, qunado, in occasione della sua personale presso Palazzo della Permanente di Milano, Marini aveva presentato la corrente artistica di cui è caposcuola, la Type Art, definibile come l'esaltazione dello studio dell'alfabeto e più specificamente delle font dei caratteri grafici.

Durante l'attuale edizione della Biennale di Venezia ha poi proposto un'evoluzione della Type Art, con opere realizzate anche in 3D, come installazioni.

Il concetto base di Marini si comprende bene anche dalla sua metafora delle perle. “Al contrario di una collana, dove il filo di seta crea un legame funzionale, liberiamo le singole bellezze dalla loro schiavitù, dal loro ruolo obbligatorio. (Le lettere) hanno pari dignità dei ritratti, dei paesaggi, delle nature morte e delle opere astratte”.

La Type Art ha già raggiunto una dimensione internazionale: la scorsa estate è stata protagonista di una esposizione presso la Georges Bergès Gallery, una delle più prestigiose gallerie di New York.

Lorenzo Marini, noto anche per essere uno dei più affermati art director italiani, vive fra Milano, Los Angeles e New York.

Dopo aver lavorato come artista per una ventina d'anni nel più totale silenzio e riservatezza, difendendo le sue opere dal clamore della pubblicità, settore che frequenta con successo da trent’anni, dal 2014 anni è uscito allo scoperto, e ha presentato le sue opere al pubblico con mostre personali, organizzate soprattutto in prestigiosi spazi pubblici.

Le sue prime apparizioni pubbliche come artista hanno avuto luogo

a Miami poi a New York. Subito dopo, nell’autunno del 2014, la Provincia di Milano gli ha dedicato una grande antologica, in cui ha presentato vent’anni di lavori. Dopo personali presso lo Spazio Oberdan di Milano, e musei di Padova a Roma, cui vanno aggiunte presenze ad Art Basel Miami, nell’ottobre del 2016 ha tenuto a battesimo, presso il Palazzo della Permanente di Milano, la “Type art”. E con la Type Art dopo anni in cui il bianco è stato il suo marchio di fabbrica, Lorenzo Marini ha riscoperto anche la forza e i messaggi del colore.

Movimento per la liberazione delle lettere

Il manifesto:

Le lettere nate libere e come gli uomini sono creature sociali ma anche individuali.

È tempo di celebrare la bellezza della geometria che le compone e lasciare il gregge della tipologia alfabetica.

Le lettere sono segni architettonici nate per creare paesaggi nuovi ad ogni accostamento formale, ma la società occidentale le ha rese schiave della funzione.

Non sono necessarie solo per leggere o per scrivere ma anche per alimentare la fantasia.

Le lettere sono frammenti di un caleidoscopio bellissimo, immaginifico e rutilante. Il sempre eterno movimento che solo gli occhi capaci di stupore posso cogliere. Esse sono la nostra rivincita sul grigio della malinconia, sul nero della logica, sulla nebbia delle percezioni.

Le lettere possiedono una loro individualità, come i volti di ogni uomo, raggruppati per casta o razza, ma in realtà espressioni di una individualità che non si ripete mai. Come dei fiocchi di neve, ogni rappresentazione del type deve essere unica, non riproducibile, non catalogabile, non ripetibile. Come un tramonto d’amore.

Le lettere possiedono una loro bellezza intrinseca, che va celebrata, evidenziata, resa manufatto artistico. Ogni lettera deve diventare un’opera d’arte, coniugando design e istinto, tecnica e ironia, cartoon e associazioni spontanee.

Al contrario di una collana di perle, dove il filo di seta crea un legame funzionale, liberiamo le singole bellezze individuali dalla schiavitù, dal ruolo obbligatorio. Hanno pari dignità dei ritratti, dei paesaggi, delle nature morte e delle opere astratte.

Come gli animali non sono il nostro cibo, le lettere non sono le nostre schiave. Facciamo evolvere la loro esistenza, al di là della mera scrittura. Che esisterà sempre, come esisterà la lettura. Ma guardando questi singoli manufatti grafici con occhi nuovi, oltre la loro umile quotidianità per scoprire così la loro ricchezza mai esibita.

Le lettere sono il nostro mondo regressivo, il nostro primo contatto col sapere codificato, e il disegno associativo è il ponte che ci ha accompagnato nella costruzione della comunicazione. Benvenuti disegni di bimbi e rime baciate, filastrocche e associazioni improbabile. S di sogno ma anche di salame. D di dado ma anche di Dio.

Al pari delle lettere, anche i numeri e ogni altro segno alfabetico sparso nelle lingue del pianeta diventerà oggetto di attenzione e sarà celebrato come forma grafica prima ancora che come funzione verbale.

Non saranno più segni di inchiostro su carta ma opere grafiche dipinte su tela, scolpite su marmo, acciaio, plastica, legno.

Le lettere non sono più solo delle semplici ape operaie ma diventato, con questa celebrazione artistica, delle api regine. Il miele delle loro bellezze addolcirà i nostri sguardi, per aprire le porte di un mondo nuovo.

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