"La mia trilogia sulla destra racconta la fine di un sogno"

Torna in libreria l'opera di Nicola Rao che ha indagato l'universo neofascista: "Quel mondo ha perso identità, non è riuscito a crearsi un pantheon alternativo"

"La mia trilogia sulla destra racconta la fine di un sogno"

È uscita da poco in libreria la Trilogia della celtica, (Sperling&Kupfer, pagg. 1070, euro 19,90) ovvero la nuova edizione, in un volume unico, dei tre importanti saggi che Nicola Rao, giornalista RAI, ha dedicato al mondo, spesso negletto, dell'estrema destra italiana.

Pietrangelo Buttafuoco, che ha avuto parole di elogio per il suo «lungo viaggio attraverso il neofascismo», ha coniato un neologismo crudele, parlando di «destrutti» per indicare lo sfacelo totale di una destra che, per rinnovarsi, ha buttato, insieme con il reducismo macchiettistico, una tradizione viva e ricca di valori e storia...
«Pietrangelo ha coniato un termine assolutamente geniale, che, secondo me, ben sintetizza l'implosione improvvisa della destra neo e postfascista italiana. Il problema, a mio giudizio, è stato quello di non essere riusciti a sostituire un universo di riferimenti ideali e culturali come quello fascista e neofascista con un pantheon alternativo, finendo, così, per vivere per troppo tempo in quello che io ho definito uno smarrimento identitario. Anche se alcune idee-forza del fascismo e del neofascismo sono sopravvissute fino ad Alleanza Nazionale, come ad esempio il presidenzialismo e la suggestione della partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese».

La Trilogia della Celtica esce a ridosso degli ultimi, sporadici e anche un po' velleitari tentativi di rianimare uno schieramento politico che dalla fine degli anni Quaranta all'inizio del Terzo millennio ha avuto anche una dignitosa rappresentanza parlamentare. Che legame c'è tra i vari movimenti come La Destra, Fratelli d'Italia e altri partitini, e la destra estrema raccontata nei suoi libri?
«Tra la Destra e Fratelli d'Italia (di recente ribattezzatosi Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) c'è un legame diretto, essendo entrambi “figli” di Alleanza Nazionale. Diverso il discorso per la Fiamma Tricolore, Forza Nuova e Casapound Italia che nascono da filoni diversi e distanti da An. La Fiamma fu creata da Rauti in polemica con la nascita di An e la svolta di Fiuggi, Forza Nuova fu fondata da due latitanti degli anni Settanta, Roberto Fiore (uno dei capi di Terza Posizione) e Massimo Morsello e attualmente è un movimento fortemente xenofobo, anti islamico e molto indirizzato verso un cristianesimo identitario e culturale di tipo tradizionalista e militante. Lo assimilerei ad Alba Dorata, per intenderci. Casapound nasce dall'intuizione di ex militanti della sezione proletaria di via Acca Larenzia a Roma e recupera volutamente tutto un apparato politico-mediatico legato direttamente al fascismo italiano del ventennio, seppur declinato con l'uso delle più moderne tecnologie di comunicazione e dei social network, ed è quasi interamente formato da studenti liceali e universitari».

Due funerali, quello di Giano Accame e quello di Pino Rauti segnano la fine rispettivamente della destra culturale e di quella politica. Quale eredità è rimasta di quello che comunque è stato un mondo molto ricco, sia culturalmente che politicamente, dal dopoguerra agli anni Novanta, un mondo che, paradossalmente, è entrato in crisi profonda proprio con la sconfitta del suo nemico storico, crollato sotto il Muro di Berlino?
«Intanto, io ritengo che l'eredità lasciata di Pino Rauti sia stata a sua volta molto più culturale che politica, come credo di aver ben raccontato nella Trilogia della celtica; quanto a quel che resta di quei sogni, quelle idee, quel mondo, in tutta sincerità, se mi guardo intorno non scorgo praticamente nulla...».

Il suo lavoro è stato criticato aspramente da alcuni degli stessi protagonisti da lei precedentemente intervistati per la stesura soprattutto dell'ultima parte. Con quali accuse?
«In realtà la parte criticata è la seconda della Trilogia, quella che uscì nell'ottobre 2008 con il titolo Il sangue e la celtica. Il motivo è presto detto: mentre il lavoro precedente, La fiamma e la celtica, si occupava degli aspetti storici, politici, culturali e di ambiente del neofascismo, e fu accolto in maniera pressoché entusiastica da tutto l'ambiente, Il sangue e la celtica si concentrò sul rapporto tra il neofascismo e le stragi, pubblicando testimonianze inedite di personaggi di primo piano dell'estremismo nero (da Stefano Delle Chiaie a Fabrizio Zani), che per la prima volta avevano fatto importanti rivelazioni e dichiarazioni sul coinvolgimento di alcuni neofascisti in due stragi: piazza Fontana e piazza della Loggia a Brescia. Ecco il perché degli attacchi e delle contestazioni nei miei confronti. In diversi siti e blog della destra estrema e radicale, soprattutto legati al circuito di Casapound, mi arrivarono feroci accuse, critiche e anche insulti personali. Di questo putiferio si accorse un giovane cronista che allora collaborava con Panorama, che raccontò sul suo giornale quello che stava accadendo, in un articolo intitolato: Libri scomodi, un caso Pansa a destra, accostando gli attacchi e le accuse mosse da sinistra a Pansa per i suoi libri su Salò con quelli subiti dal sottoscritto da destra per le rivelazioni sulle stragi».

Non sono, invece, mancati gli elogi, sempre da parte di esponenti di quel mondo, come Tomaso Staiti, che ha colto la pubblicazione del suo libro per invitare, con una lettera aperta, a «fare pulizia», raccontando eventuali coinvolgimenti nella strategia della tensione. Qualcuno ha raccolto il suo invito?
«Ci stiamo ancora riferendo alla polemica di cui sopra.

Oltre a Staiti, altri ex dirigenti missini, penso a Maurizio Gasparri e a Guido Lo Porto, uscirono allo scoperto denunciando questa sorta di tabù a destra, ammettendo il coinvolgimento del Msi nei tentati golpe e non escludendo a priori che qualche gruppo neofascista potesse essere coinvolto in alcune stragi...».

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