Morricone: "Agli Oscar tremavo un po'. Rai? Io per loro non lavoro più"

La sua storia d'amore, l'emozione per il successo e una critica non troppo velata alla nostra industria culturale

Morricone: "Agli Oscar tremavo un po'. Rai? Io per loro non lavoro più"

"È stato bravo mio figlio Giovanni, a farmi da interprete" ed è stato bravo "anche a sorreggermi: pure le gambe un po’ mi tremavano…". Racconta così Ennio Morricone la sua serata agli Oscar, che gli è valsa la seconda statuetta della sua carriera.

Un momento non da nulla per il compositore italiano, premiato per il suo lavoro al The Hateful Eight di Quentin Tarantino, che ripercorre al telefono con il Corriere della Sera, parlando anche della lunga storia d'amore con la moglie, con cui si conobbe nel 1950. "Tra qualche mese festeggiamo i settant’anni di matrimonio".

C'è anche un pensiero, e non da poco, per la situazione del cinema e dell'industriale culturale italiana. "Non è affatto morta" l'industria della pellicola di casa nostra, dice Morricone, che cita nomi come Sorrentino e Tornatore. E tira una stoccata alla Rai.

"L’ultima volta mi hanno cercato per un’opera di Alberto Negrin - spiega il maestro -. Mi hanno detto: 'Ci sono 10 mila euro per lei e per l’orchestra.

Ora, io posso anche decidere di lavorare gratis per la tv del mio Paese, ma i musicisti vanno rispettati. Incidere una colonna sonora con un’orchestra costa almeno 20, 30, forse 40 mila euro. È stato un momento di grande imbarazzo. Così ho dovuto dire: basta, grazie'".

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