Morta la vera ragazza di Bube: ispirò Cassola e Comencini

Nada Giorgi fu la musa ispiratrice del romanzo di Carlo Cassola, che appena uscito nel 1960 guadagnò il Premio Strega

Morta la vera ragazza di Bube: ispirò Cassola e Comencini

A more e destino per il cinico Lacan sono sinonimi: e il sentimento che ha legato Nada Giorgi a Renato Ciandri sembra confermarlo. Poco importa che a un certo punto, come al solito, sia arrivata la letteratura, sotto il nome di Carlo Cassola, a farci sopra un romanzo. Ha ragione il Gruppo 63? La ragazza di Bube è un romanzo da stazione? Si vedrà. Se non è da stazione, di sicuro è stato a lungo lettura «obbligata» di quasi tutti gli alunni delle scuole italiane. Ma la notizia di oggi è un’altra: la ragazza di Bube, quella vera, cioè proprio Nada Giorgi, è morta. All’ospedale di Ponte a Niccheri a Firenze, ieri mattina. Aveva 85 anni. Ne ha dato annuncio Massimo Biagioni, autore per Polistampa di una biografia su di lei (Nada. La ragazza di Bube).

Fu Nada la musa ispiratrice del romanzo di Cassola, che appena uscito nel 1960 si guadagnò il Premio Strega. Fu sempre lei ad accusare lo scrittore di «aver tradito la verità storica dei fatti di cui era stata testimone». La vicenda è nota: nel 1943 Renato conosce Nada - all’epoca sedicenne, cioè tre anni più giovane di lui - a Torre Decima (Pontassieve, in Valdarno). È già partigiano nell’anima: qualche mese dopo si aggrega alla formazione «Stella Rossa». Si combatte sul monte Giovi, ma arrivano gli angloamericani a risolvere la situazione: Bube però non consegna le armi.

Nel maggio del 1945 Renato e Nada tornano a Pontassieve per la Festa della Madonna del Sasso insieme ad altri partigiani che a un certo punto, fazzoletti rossi al collo, vogliono entrare in chiesa. Il prete preferirebbe di no. Scoppia un alterco. Giunge sul posto un maresciallo dei carabinieri con suo figlio: il ragazzo, non si sa perché dal momento che è solo diciassettenne, è armato. E, peggio, ha pure paura ed esplode all’improvviso un colpo che uccide Antonio Panchetti, uno dei partigiani. Tumulto, reazione. Risultato: altri due morti. Ma la ricostruzione storica è piuttosto confusa. «Bube» è accusato dell’omicidio: «ingiustamente» come ha sempre sostenuto Nada. Preferisce darsi alla macchia. La sua «ragazza» gli porta viveri e sigarette, ma Renato allunga la fuga sino in Francia. Condannato a 19 anni in contumacia, scovato dall’Interpol nel 1950, carcerato fino al 1961, muore a 57 anni nel 1981. Nada l’ha difeso fino all’ultimo.

Fini qui, la vita.

La letteratura comincia quando Carlo Cassola incontra alla fine degli anni Cinquanta a Colle Val d’Elsa Nada e Renato, ne ascolta la storia ma soprattutto prende quegli appunti mentali che gli permetteranno di scrivere La ragazza di Bube, tre anni dopo la pubblicazione trasfigurato in film da Luigi Comencini con Claudia Cardinale nella parte di Nadia.

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