È morto a Roma all'età di 78 anni, stroncato da un infarto, il poeta e scrittore Valentino Zeichen. Dallo scorso aprile si trovava ricoverato in un ospedale romano dopo essere stato colpito da un ictus, due giorni dopo che il suo ultimo lavoro, il romanzo "La sumera", era stato escluso dai dodici finalisti del premio Strega.
Lo scorso maggio aveva ottenuto, senza che lo avesse mai chiesto personalmente, il vitalizio della Legge Bacchelli, sollecitato da un appello di amici, da Luigi Manconi a Giuseppe Conte.
Da tempo viveva in una baracca sulla via Flaminia, nella Capitale, e versava in precarie condizioni di salute.
Nato a Fiume nel 1938, in una data che rimane incerta, Valentino Zeichen esordì nella poesia nel 1974, con la raccolta "Area di rigore".
È considerato uno dei maggiori poeti italiani. Romano d’adozione, ha pubblicato diverse raccolte di poesie fra cui: "Ricreazione" (1979), "Museo interiore" (1987), "Gibilterra" (1991), "Metafisica tascabile" (1997) e "Neomarziale" (2006).
Una scelta da tutte le sue opere è apparsa negli Oscar Mondadori. Per Fazi Editore, ha pubblicato "Ogni cosa a ogni cosa ha detto addio" (2000), "Aforismi d’autunno" (2010) e "Il testamento di Anita Garibaldi" (2011).
Una dichiarazione di cordoglio è arrivata da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi.
"Con la scomparsa di Valentino Zeichen si spegne una delle voci più acute e nitide della poesia italiana - dice il premier - Un uomo mite, protagonista fuori
dagli schemi della scena culturale, sempre un passo indietro e sempre un passo oltre, ci mancherà molto".Col suo ultimo lavoro, "La sumera", Zeichen raccontava in prosa le vicende di una gioventù bruciata, un inno contro la vecchiezza.
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