Il nuovo Houellebecq ne ha per tutti

Attore, paroliere, secondo qualcuno persino economista. E il suo nuovo libro farà tremare l'Eliseo...

Il nuovo Houellebecq ne ha per tutti

Come vogliamo chiamarlo: «Viaggio al termine di Houellebecq» oppure «Lo spleen di Michel»? Passano gli anni e l'ormai ex monsieur Michel Thomas, nato in terra d'Oltremare nel '56, è sempre più simile, e non soltanto fisiognomicamente, ad altri due maledetti francesi, Céline e Baudelaire. Tuttavia... Tuttavia Houellebecq rispetto a loro ha un vantaggio. Se Céline ebbe la sua Meudon e se Baudelaire ebbe la sua Bruxelles, contenitori claustrali di plumbea solitudine e aurea (in)civiltà, il Nostro può ben dire di trovarsi a proprio disagio ovunque. L'esilio è la sua patria, e ci sta da re. Oltretutto adesso che s'è fatto biondo e incartapecorito, ha assunto un aspetto caricaturale, felliniano. Cotonato e con quegli occhietti pungenti da cardinale Mazarino, alla Mostra del Cinema di Venezia la vera icona era lui, per quanto in pochi se ne siano accorti.

A proposito di cinema, in Laguna è andato ad accompagnare Near Death Experience , il film diretto da Gustave Kervern e Benoît Delépine in cui, fra un pastis e una sigaretta, saluta tutti, inforca la bicicletta e va a cercare un posto dove suicidarsi. Però, intervistato ieri dal Figaro , dice di non aver mai pensato al suicidio. Piuttosto, ricordando la morte dell'amato cane Clément, dichiara: «Non mi resta più tanto da seppellire. Della mia, di morte, me ne frego». Cher Clément ... Il duo Kervern-Delépine aveva pensato a Houellebecq due anni fa per Le Grand Soir , ma proprio la dipartita dell'animale aveva mandato a monte il progetto, e a sostituire Michel fu Benoît Poelvoorde, attore che apprezza. Apprezza anche Charlotte Gainsbourg, ma soprattutto Gérard Depardieu, con il quale vorrebbe tanto fare un film. Intanto, di film ne ha un altro, in giro, L'enlèvement de Michel Houellebecq , di Guillaume Nicloux, incentrato sulla sua... dipartita sabbatica del 2011, quando tutti si chiedevano dove fosse finito, pensando anche al peggio, mentre lui se ne stava tranquillo per i fatti suoi.

I nostri cugini francesi in questi giorni se lo coccolano come mai hanno fatto in precedenza (nemmeno quando, nel 2001, prese una posizione durissima nei confronti dell'islam: «La religione più stupida è l'islam. La lettura del Corano lascia prostrati... prostrati») perché sta dando brio multimediale alla rentrée . Del cinema abbiamo detto. Ma c'è anche la musica. Nel nuovo album intitolato Les Parages du vide , Jean-Louis Aubert canta le sue poesie, e i due terranno sabato prossimo un recital alla «Maison de la poésie» a Parigi. Poi, fra un mesetto, toccherà all'adattamento teatrale di Le particelle elementari , firmato da Julien Gosselin, all'Odéon. E, per finire con un coup de théâtre , Bernard Marris, docente universitario e consigliere della Banca di Francia, pubblica da Flammarion il saggio Houellebecq économiste , in cui sposa la tesi dello scrittore-attore: l'economia non è una cosa seria.

Ma qualcosa di serio esiste, per Houellebecq? Prescindendo dal povero Clément, pace all'anima sua, pare proprio che il Nostro abbia preso gusto a stare sul set. «Però ho rifiutato il ruolo di arcivescovo propostomi da Nicloux per La Religiouse (il che conferma che accostarlo al porporato Mazarino non è proprio fuori dal mondo, ndr ). Anche se adoro Ray McAnally in Mission di Roland Joffé e Mel Gibson in Mad Max 2 ...». Quanto al suo Paese (suo si fa per dire), avverte «troppa aria proibizionista. In Near Death Experience lo si dice: è proibito a un vecchio di essere vecchio».

Non troppo seria, invece, gli appare la politica. Gli ricordano che un anno fa aveva confessato d'essere tornato in Francia per assistere al declino del socialismo. «Ah, sì, certo, ci siamo quasi. Se sto scrivendo un libro su Hollande? No, sto scrivendo un libro sulla politica. Ho avvertito un pizzico di gelosia quando Yasmina Reza ha scritto quel libro su Sarkozy. Mi son detto che dovevo darmi da fare. Nel mio libro (che uscirà a novembre, ndr ) c'è un personaggio, ma non è Hollande. Lui non basterebbe a reggere due pagine». E così abbiamo sistemato anche il presidente...

Il viaggio al termine di Houellebecq ci regala un uomo

tetramente brillante, e lo spleen di Michel gli strappa quei sorrisini che sanno di presa per i fondelli. Lui conosce bene la carta e il territorio, e può salvare capra e cavoli. Molto più dei suoi colleghi Céline e Baudelaire.

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