"La mia poesia scritta sulla pelle per rimettere insieme i cocci della vita"

Intervista al poeta Paolo Gambi protagonista con la "bodypainting poetry" della manifestazione "Alassio Poetica", in cui lascerà alcuni versi sul famoso muretto

"La mia poesia scritta sulla pelle per rimettere insieme i cocci della vita"

Il concetto della poesia che salverà il mondo è qualcosa di universalmente riconosciuto. Si parla di poesia ma dentro c’è tutto, arte e bellezza. Qualcosa che accarezza l’anima, evoca sentimenti profondi e tiene lontana rabbia e odio. È questo il pensiero di Paolo Gambi fondatore di Rinascimento poetico, che porta avanti una ricerca artistica volta a trovare nuovi linguaggi e nuovi spazi per la poesia, intesa come strumento di crescita personale e salvezza.

Paolo è un poeta che ha travalicato i confini di un sentimento scritto con l’inchiostro su carta. Il suo profondo desiderio di divulgazione, quasi una potente spinta emotiva lo ha portato a lasciare segni tangibili della sua arte ovunque. Sui muri, gli specchi e ogni genere di materiale, anche sui corpi delle persone, diventando il pioniere della bodypainting poetry, quasi che la pelle rappresenti una lavagna che possa portare lontano e diffondere il suo credo. Lo abbiamo incontrato poco prima della manifestazione Alassio Poetica che si terrà ad Alassio da Giovedì 16, sabato 18 e domenica 19 giugno, dove lascerà sul famoso muretto una delle sue poesie. Madrina dell’evento Gabriella Carlucci.

La poesia sembra per lei quasi materia plasmabile, qual è lo scopo con cui la lavora?

“Tutta la mia ricerca artistica parte dalla poesia, il mio obiettivo è quella di metterla ovunque. Scrivo poesie sui muri e la scorsa settimana durante il Fuori Salone al Castello Sforzesco di Milano, ho presentato una poesia scritta con la luce all’interno di uno specchio. Inoltre scrivo poesie sulla pelle delle persone creando performance di bodypainting poetry”.

Di cosa si tratta?

“Essenzialmente nel tirare fuori i versi dal profondo delle persone. Quindi c’è una prima parte d'ascolto, e da quella emergono dei versi. Quando questi corrispondono all’identità delle persone, le scrivo poi sulla loro pelle e questi dopo poco svaniscono”.

Il fatto di svanire che significato ha?

“Per me la poesia e tutta la forma dell'arte è transitoria. Ciò che conta resta, ma la forma poi decade quindi la bodypantign poetry dura il tempo di averla fatta, e poi si lava proprio per questo motivo”.

Quale sarà il suo apporto nella manifestazione di Alassio?

“Il Comune e il Festival della Cultura di Alassio, hanno puntato su di me scegliendo di darmi questo grande spazio, in cui porterò sia la bodypantig poetry, sia lascerò un segno sul famoso muretto inaugurato da Ernest Hemingway e firmato da tante celebrità. Avrò il privilegio di poter scrivere sopra una poesia. Con me ci sarà Gabriella Carlucci, con cui abbiamo fatto molte cose insieme. Quest’inverno, durante la Roma Fashion Week, ho partecipato all’evento 'Cicatrici Preziose' insieme all’associazione 'Komen Italia' che si occupa di prevenzione dei tumori femminili. L’idea era quella che le parole, così come l’oro che mette insieme i cocci nell’arte dei Kintsugi (letteralmente 'riparare con l'oro', è una tecnica di restauro ideata alla fine del 1400 da ceramisti giapponesi per riparare tazze in ceramica. Le crepe non vengono quindi nascoste, ma sottolineate dalla saldatura in oro, ndr), possano mettere insieme i cocci e i frammenti delle nostre vite”.

Quali saranno gli appuntamenti?

“Giovedì 16 faremo l’evento della scrittura insieme a Gabriella. Lei firmerà il muretto e io ci scriverò sopra una poesia dedicata alla città. Sabato 18, presenterò il mio spettacolo ‘Babele’ in cui farò sfilare alcune donne su cui avrò scritto delle poesie prima, sempre nell’ottica che questa deve andare dappertutto, compreso i nostri corpi. Domenica farò ancora un'altra seduta per chiunque voglia farsi dipingere dei versi addosso”.

Quanta empatia ci vuole a comprendere la poesia nascosta nelle persone?

“Per rispondere vorrei citare Walt Whitman il più grande poeta americano dell'800 che diceva ‘Il grande spettacolo continua, e tu puoi contribuire con un verso’, che è poi la percezione della mia vita. Io letteralmente vado a caccia di quei versi e cerco di aiutare le persone a contribuire con il proprio. Non faccio altro che cercare di sintonizzarmi sull'onda e la vibrazione della poesia, e le parole escono. Non si tratta solo di empatia, perché questa naviga nel livello delle emozioni, la poesia naviga nel livello dell'arte, che è molto più profondo. È come se diventassi una sorta di antenna, da cui arrivano parole e alla fine il risultato è anche empaticamente molto forte, per chi lo fa. È come andare a mettere a nudo la nostra anima”.

Lei che vive di poesia, crede davvero che salverà il mondo?

“Lo ripeto continuamente come un mantra: ‘La

poesia sta già salvando il mondo’. Questo è l'essenza e la base di quello che faccio. Ne sono fortemente convinto perché ha salvato me. Però bisogna mettersi tutti all’ascolto e scopriremo che la salvezza è già qui e adesso”.

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