Quando Leonardo provò a deviare l'Arno

Niccolò Machiavelli e Leonardo da Vinci unirono le proprie forze per provare a realizzare un sogno impossibile: cambiare il corso del fiume madre della Toscana, l'Arno, per sconfiggere una volta per tutte Pisa

Quando Leonardo provò a deviare l'Arno

Alle volte capita che anche personaggi estremamente famosi nascondano pagine sorprendenti nelle loro biografie, sconosciute anche a chi pensa di conoscerli come le sue tasche. Due dei geni più conosciuti di Toscana, ad esempio, hanno nel proprio armadio uno scheletro mica da ridere: all'inizio del Cinquecento misero assieme i loro notevoli talenti per compiere un'impresa apparentemente impossibile dalle conseguenze potenzialmente devastanti.

Su Leonardo da Vinci e Niccolò Machiavelli i libri si sprecano, con fior di dettagli sulle rispettive carriere di pittore, scienziato e inventore o di politico col vizio della filosofia e dell'intrigo. Non molti, invece, quelli su quella che sarebbe potuta rivelarsi l'impresa più grande delle loro carriere: deviare il corso del fiume madre della Toscana, l'Arno, per privare l'eterna nemica di Firenze, Pisa, del bene più prezioso, l'acqua potabile. ASCOLTA LA STORIA

Il genio di Vinci, a dire il vero, aveva provato per anni a far realizzare un progetto ben più ambizioso, un colossale canale artificiale che, passando per Prato e Pistoia, avrebbe reso le disastrose alluvioni dell'Arno un ricordo del passato. Purtroppo, come per molte altre idee leonardiane, il cartellino del prezzo avrebbe fatto impallidire anche Paperon de' Paperoni. Proprio quando sembrava che il sogno della vita di Leonardo fosse destinato a rimanere nel cassetto, Machiavelli si ricordò del progetto e pensò di usarlo per ridurre alla resa la Repubblica Pisana, impegnata da dieci anni in una sanguinosa guerra per liberarsi dal giogo fiorentino.

La storia di come questo progetto fu approvato, di come fu proprio lo scorbutico Arno a spazzarlo via e come questo fallimento influenzò le carriere dei due grandi toscani è davvero affascinante.

Alla fine Pisa fu costretta lo stesso alla capitolazione e del fattaccio si dimenticarono quasi tutti, tranne i pisani, che ancora ricordano con rabbia e disgusto come i due geni cospirarono per prendere un'intera città per sete.

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