Le serie televisive sono da leggere prima che da guardare

Ecco i segreti dei "serial writers"

Le serie televisive sono da leggere prima che da guardare

Un gruppo di addetti ai lavori, cioè giornalisti, docenti, traduttori e sceneggiatori televisivi italiani, ha intervistato 14 tra i più importanti autori stranieri di serie tv sul mestiere dello showrunner, che è un mix di sceneggiatura, regia e produzione, offrendo per la prima volta al pubblico del nostro Paese uno sguardo approfondito su questa nuova professione, che si affianca, e in parte si è sovrapposta, a quella dello scrittore. Serial Writers (Link, pagg. 158, euro 10) è una lettura originale.
Prima sorpresa. Gli ideatori delle grandi serie, dal primo, e per molti il migliore, Vince Gilligan, già collaboratore di X-Files e ora pluripremiato autore di Breaking Bad, a Craig Thomas (How I Met Your Mother e American Dad) o Eli Attie (Dottor House e The West Wing) e Matthew Weiner (The Sopranos e Mad Men), provengono da quelle che, in inglese, si definiscono Humanities; prima di creare personaggi tv, infatti, erano insegnanti, psicologi, scrittori, attori, psicologi quando non, addirittura, filosofi. Seconda sorpresa. Le prospettive di lauti guadagni non sono l'unica motivazione a creare serie tv. C'è chi, come il creatore di Mad Men, si è messo a scrivere per raccontare gli anni '60, e ridare agli americani il senso della storia, che viene loro presentata in maniera completamente falsa. Hagai Levi, padre di In Treatment, ha trasposto sul piccolo schermo la propria esperienza con la terapia. La regista polacca Agnieszka Holland, alla quale dobbiamo The Wire o The Killing, è mossa anche da un ideale elevato: raccontare la verità sul passato scomodo, cosa che ha fatto, a esempio, con la miniserie Burning Bush, dedicata allo studente cecoslovacco Jan Palach.
Una sola regola: «Scrivi di ciò che sai», che vale per la comedy e per il drama, generi che secondo Eric Kaplan (The Big Bang Theory e Futurama) si differenziano soltanto perché in entrambi i casi i protagonisti rompono le regole della società, ma nella commedia vengono perdonati. Le regole infrante si accompagnano alla violazione delle opinioni dominanti, che spesso vengono ignorate, quando non sbeffeggiate, dai protagonisti delle serie tv.

A partire dai Simpson, tipico esempio di famiglia non progressista, abbiamo una galleria decisamente poco umanitaria di personaggi: il cinico dottor House, il reazionario Don Drape, il maschilista mafioso Tony Soprano, il giustiziere della notte Dexter, per tacere delle produzioni patriottiche Homeland e 24, dell'antidemocratica The Walking Dead e della belluina e spietata Game of Thrones che descrivono una realtà vera e poco edulcorata, lontana da quella dei nostri prodotti yipo Un medico in famiglia.

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