Spencer: la massima libertà? Ignorare lo Stato

In "Social Statics", il teorico della “legge dell’eguale libertà” ammette il diritto di ignorare lo Stato contro la gestione monopolistica del potere SCARICA L'EBOOK

Spencer: la massima libertà? Ignorare lo Stato

Disponibile oggi a soli 1,99 euro "Social Statics" di Herbert Spencer
In “Social Statics” (1851), Herbert Spencer, uno dei più noti filosofi dei suoi tempi, formula la “legge dell’eguale libertà”: “ciascuno può rivendicare la massima libertà di esercitare le proprie facoltà compatibile con il possesso di una analoga libertà di ogni altro uomo”. Sia chiaro: la libertà di cui godono le persone non è “eguale” nel senso che ciascuno può fare le medesime cose di qualcun altro. La libertà della quale godiamo è “eguale” nel senso che è “egualmente limitata”. E’ a partire da questo principio che Spencer illustra, come suoi corollari, i diritti dell’individuo. “Il diritto di ignorare lo Stato” è uno di essi. In queste pagine, Spencer lega la legittimità dello Stato all’adesione volontaria dei cittadini allo stesso. Come ha scritto Nicola Iannello, “ammettere il diritto di ignorare lo Stato significa compiere un passo destinato a scontrarsi con la pretesa monopolista alla gestione del potere”. “Il governo è un’istituzione che trae origine dall’imperfezione dell’uomo”, sostiene Spencer: esso stesso è soprattutto l’eredità di tempi passati nei quali le comunità umane erano rigidamente organizzate secondo il principio di gerarchia, e tutti erano “i padroni di chi si trova sotto di loro e i sudditi di chi si trova sopra”.
L’evoluzione spinge invece verso relazioni improntate a rapporti contrattuali cui gli individui aderiscono volontariamente. La legge dell’eguale libertà diventa il principio regolatore della società, e “se ogni uomo ha la libertà di fare tutto quel che vuole, a patto che non violi l’eguale libertà di ogni altro uomo, allora è libero di rinunciare alla protezione dello Stato e di rifiutare di pagare per il suo mantenimento”.
“Social Statics” merita di essere letto, tutt’oggi, come critica dell’utilitarismo di Bentham. Il principio della maggiore utilità per il maggior numero rischia di renderci ciechi innanzi alla libertà del singolo. Che è al centro del liberalismo di Spencer, per cui la “superstizione politica” dell’infallibilità delle maggioranze non vale di più delle superstizioni politiche precedenti.
A informarne la riflessione è sempre la memoria dell’esperienza dei Nonconformisti, che vollero “esercitare una delle loro facoltà - il sentimento religioso - senza autorizzazione o impedimento”, fuori dalla Chiesa d’Inghilterra. Nessuna “ingiunzione legislativa” farà loro adottare dottrine che ritengono erronee. Il diritto d’ignorare lo Stato è una faccenda per uomini liberi.

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