Storia di Perceval - chiacchierata con l’illustratrice Vinciguerra

L’illustrazione è un mondo vario e vasto dove la maturità anagrafica del disegnatore si confonde con un’immaginario bambinesco a cui l’attività del disegno ci riconduce, come un gioco; un mondo in cui il confine tra chi siamo e ciò che siamo stati spesso sparisce e dove il pubblico che guarda e legge si confonde tra adulti e bambini. Ma quando il gioco diventa lavoro come è possibile conciliare questa componente del disegno con la metodicità imposta necessariamente dall’attività professionale? Ce lo siamo fatti spiegare dall’illustratrice Silvia Vinciguerra che ha recentemente pubblicato per la casa editrice Biblioteca dei Leoni il volume Storia di Perceval.

Ci potresti raccontare come nasce e come si sviluppa materialmente, in termini di scrittura e disegno, l’idea di raccontare per immagini La Storia di Perceval?

L’idea mi è venuta dalla lettura in lingua originale della Storia di Perceval di Chrétien de Troyes, un testo più frizzante di quel che mi sarei aspettata… Ho pensato fosse interessante adattarla per i bambini, e ne ho scritto una versione un po’ fantasiosa! Mentre scrivevo il testo ho iniziato gli schizzi per le illustrazioni e ho iniziato lo storyboard del libro che vedete. Nel tempo ho fatto varie modifiche per poter accordare il ritmo del testo a quello delle immagini – anche se è stato il testo a essere tagliato maggiormente. Una volta finito il menabò sono passata alle matite per le illustrazioni definitive e infine al colore; è poi toccato all’impaginazione di testo, immagini e copertina.

Come è nata la collaborazione con la casa editrice “Biblioteca dei Leoni” e come consideri, da autrice, il panorama dell’editoria indipendente italiana?

Ho scoperto “La Biblioteca dei Leoni” quasi per caso, attraverso internet, e ho proposto loro il mio lavoro quando ho visto che volevano ampliare la loro offerta di libri per ragazzi. Ho incontrato il direttore artistico alla Bologna Children’s Book Fair (la più grande fiera di libri per l’infanzia al mondo, N.d.R.), e il progetto gli è piaciuto: il libro era stato completato per la mia tesi triennale in Accademia ed è rimasto pressoché immutato. Il panorama indipendente italiano è molto variegato, è sempre bello proporre il proprio lavoro alle piccole case editrici perché sono più predisposte a visionare progetti finiti e sono inclini a pubblicare albi illustrati con un solo autore per testo e immagini. A mio parere, a volte alcuni editori indipendenti rischiano di essere troppo stravaganti appunto perché meno vincolati, o a volte di dover sacrificare la qualità delle uscite per poter star dietro alla macroproduzione dei “grandi”, ma sono poi queste caratteristiche che permettono di avere un panorama vasto in cui orientarsi!

Oltre alla vivacità del testo che hai già citato e ai topoi (cavaliere, avventura, castelli) presenti nel testo originale, dove pensi che la tua interpretazione inneschi la propria attualità, nel testo della ri-scrittura o altrove?

Penso che la parte più vicina alla modernità potrebbe essere nella parte finale del testo, dove ho scelto di non seguire l’andamento originale, in cui Perceval incontra l’eremita e riesce nel suo percorso di redenzione; piuttosto, l’eremita non fa altro che insinuare ulteriori dubbi nel protagonista, e il lettore può soltanto ipotizzare quale sia il finale della storia e che fine faccia Perceval, dubitando che egli possa ritrovare la strada del perfetto cavaliere. Mi sembrava insomma più attuale terminare con la figura del cavaliere errante piuttosto che con quella del cavaliere cristiano – anche se questo è stato uno dei tanti tradimenti nei confronti del testo originale.

Il libro si riferisce ad un target di lettori molto giovani (senza escludere comunque una lettura “matura”). In che modo il tuo pensiero “adulto” deve mediare il proprio immaginario per farlo combaciare o quantomeno per affascinare una creatività in fieri come quella di un bambino?

Questo è il grande interrogativo di chi tenta di scrivere libri per bambini! Io non l’ho ancora risolto, purtroppo non c’è una formula da seguire poiché i bambini ragionano in modi davvero imprevedibili… Ho cercato di avvicinarmi all’infanzia soprattutto attraverso i disegni – ricordo le ore passate da bambina a osservare illustrazioni affascinanti e piene di dettagli, così ho cercato di ricreare ambienti ricchi di personaggi da trovare e situazioni un po’ assurde e fuori posto. Per ora continuo in questa direzione, usando appunto immagini e dettagli per creare “storie nella storia” e innescare gli ingranaggi dell’immaginazione.

Il tuo iter di lavorazione prosegue entro un modus operandi che rimane invariato indipendentemente dal lavoro che svogli o varia a seconda del progetto? Tende a svilupparsi da un’idea testuale che poi diventa illustrazione (come in Perceval) oppure segue modalità differenti?

Il modus operandi varia a seconda del progetto: per Perceval il percorso è stato piuttosto lineare, così come era lineare la storia (che seguiva un romanzo già scritto). Invece, per il mio prossimo libro mi sta capitando di accavallare i vari gradini del processo creativo: ho scritto il nucleo narrativo della storia e contemporaneamente sto già realizzando una illustrazione definitiva per visualizzare l’aspetto grafico del libro. Procederò con lo storyboard delle immagini e di pari passo con il testo, in modo da migliorare la scansione ritmica testo/immagini (ho un piccolo quaderno che uso come se fosse il libro in miniatura). Sono tutti metodi che perfezionerò nel tempo, cercando anche di seguire le preferenze degli editori. Parlando con i professionisti del settore mi sono accorta ad esempio che gli editori sono interessati a visionare i progetti nel loro farsi, così possono intervenire nel percorso di creazione, per poter eventualmente avvicinare l’albo alla loro linea editoriale, cosa che di solito non è possibile presentando un libro già completato.

Quali progetti hai per il futuro? Continuerai sulla linea tracciata da Perceval o spazierai in altre direzioni dell’illustrazione?

Nel futuro prossimo progetto di laurearmi e ora sto soprattutto lavorando alla nuova tesi, che cerca di portare all’estremo alcune idee che avevo già in Storia di Perceval: disegno tavole piene di personaggi dove bisogna aiutare la protagonista a trovare una piccola gazza ladra che le ha rubato qualcosa… Sto cercando di costruire un libro dove ci si possa perdere tra i dettagli e tra le storie dei tanti personaggi disegnati: mi sono ispirata

ai libri (e ai quadri) che mi intrigavano da bambina e che facevano viaggiare la mia immaginazione. Sto anche lavorando a un libriccino d’accompagnamento per bambini più piccoli, da colorare – chissà cosa ne verrà fuori!

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