Una storia di cronaca, attualità e fantasia. Un romanzo che penetra nel mondo segreto delle nostre forze speciali, i nostri incursori, reparti che non hanno nulla da invidiare ai più famosi colleghi statunitensi, spesso celebrati in thriller o film d’azione. Un libro che riesce a portare allo scoperto quotidianità, umanità e pensieri di questi uomini che si muovono in situazioni estreme e ad alto rischio e convivono con la paura, imparando a conviverci e a controllarla.Sono i militari italiani in missione all’estero i protagonisti del romanzo di Giampiero Cannella «Task Force 45 Scacco al Califfo» (Luca Poggiali Editore, prefazione di Gian Micalessin). Cannella, palermitano, già parlamentare del Pdl, oggi in Fratelli d’Italia, da giornalista ha deciso di raccontare una storia coerente con la sua passione per la storia e per quella militare in particolare di cui è un vero esperto.La trama si sviluppa in Afghanistan e si seguono le vicende della Task Force 45, l’unità di forze speciali italiane nata nel 2006 per contrastare la guerriglia talebana. Un rapporto dei servizi segreti della Nato riferisce di un accordo che sarebbe stato raggiunto tra il capo dell’Isis e tre leader integralisti. L’intesa garantirebbe al «Califfo» il controllo totale di un Paese ricco di risorse naturali e nuovi militanti pronti a morire in nome del fondamentalismo islamico. Il summit, che darà il via libera all’alleanza, si dovrà svolgere entro pochi giorni non lontano da Herat, in una parte di territorio ricadente sotto il controllo del contingente italiano. A complicare la vicenda, la cattura, nell’Irak ancora controllato dai jihadisti, di un militare americano.I leader islamisti sono tre, con profili e caratteristiche diverse tra loro. Il fanatico e asceta Sayed Hashami, il ferocemente anti-occidentale Ramzi Mujahid e il narcotrafficante Qasim Abdullah. Sulle loro tracce, gli uomini senza volto della TF45 supportati dagli alleati e aiutati nella caccia da droni e satelliti. Il protagonista è il maggiore Mirko Venturi, incursore del 9° reggimento Col Moschin, appassionato di storia e culture antiche con il pallino dell’archeologia, separato e molto legato a sua figlia lontana.«Nessuno parla di loro, sono ragazzi che rischiano quotidianamente la vita in terre belle e pericolose» racconta Cannella. «Fantasmi i cui nomi vengono scoperti purtroppo soltanto quando gli succede qualcosa di spiacevole. Ma sono soldati che si battono contro il terrore e cercano di vivere la loro vita come persone normali, pur facendo qualcosa fuori dal comune. Ne conosco alcuni, anche palermitani, che mi hanno raccontato le loro vicende. Ne ho ricavato un’opera di fantasia basata però su uno studio accurato e profondo del loro teatro di guerra e di azione.
Un approfondimento che mi ha consentito di descrivere in maniera quanto più possibile fedele un teatro di guerra come quello afghano e di cogliere, spero, lo spirito della loro missione». Con l’ambizione di definire la variante italiana di un genere di successo, sulle orme di maestri come Tom Clancy, l’autore de La grande fuga dell’Ottobre Rosso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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