Usa, Salinger figlio potrebbe pubblicare gli inediti del padre

Lo scrittore J.D. Salinger potrebbe tornare in libreria dopo quarant'anni d'assenza e a comunicarlo è lo stesso figlio Matt che insieme alla madre stanno analizzando gli scritti inediti dello scrittore americano

"Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto come sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio d'infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto"

Queste parole sono rimaste indelebili nell'immaginario di qualsiasi lettore che abbia avuto a che fare con l'edizione Einaudi del romanzo The Catcher in the Rye, intraducibile in italiano tanto che la stessa casa editrice optò per Il Giovane Holden. Romanzo di formazione che la maggior parte degli studenti, per scelta o per obbligo, hanno avuto tra le mani. La copertina che attirava il lettore nonostante la totale assenza di immagini; bianca con un carattere franco di colore nero. Un po' come Trainspotting di Irvine Welsh il traduttore italiano si è trovato una bella grana tra le mani: la traduzione di un titolo impossibile.

Potrebbe tornare sugli scaffali delle librerie in data ancora da definire il romanziere J.D. Salinger che si era ritirato ad una riservatissima vita privata già nel 1953 ma non aveva mai smesso di scrivere, travolto forse dal successo del suo Il Giovane Holden divenuto tra i più importanti romanzi di formazione in assoluto. L'annuncio al Guardian del figlio Matt e della vedova Colleen O'Neill che sono a lavoro sugli inediti dello scrittore già dal 2011 per poterli pubblicare e rendere il pubblico partecipe della grande opera dello scrittore statunitense. La sua vita privata passata in un'appartata casa del New Hampshire dopo il trasferimento dall'affollata New York. La sua vita era stata ben documentata dal docufilm di Shane Salerno del 2013 con il defunto Seymour Hoffman ed Edward Norton oltre alla partecipazione di John Cusack e Martin Sheen.

Il suo ultimo scritto pubblicato è

sul New Yorker dal titolo Hapworth 16, 1924 (1974). È morto di tumore al pancreas nel 2010. Ha sperimentato durante la sua esistenza vari tipi di religione spaziando dall'induismo fino al buddhismo più ortodosso.