Cura Tremonti, il governo blinda l'Expo: tetto a spese e personale, conti ai raggi x

La Moratti e Formigoni al Senato rassicurano sulle risorse. Ma il governo impone controlli e un limite alle uscite: con la manovra dimezzato il budget per la gestione, ridimensionati i poteri di Stanca e posto freno alle assunzioni

Cura Tremonti, il governo blinda l'Expo: 
tetto a spese e personale, conti ai raggi x

La manovra finanziaria conferma i fondi destinati all’Expo, ma fissa al 4 per cento le spese di gestione ordinaria da prelevare sugli stanziamenti da 1,4 miliardi previsti dal Tesoro. Una sforbiciata ai bilanci della società che al governo aveva chiesto di poter utilizzare almeno il 10 per cento dei finanziamenti per il suo funzionamento in attesa di incassare biglietti e sponsorizzazioni che arriveranno più avanti. Solo a ridosso dell’inaugurazione dell’evento che partirà il primo maggio del 2015. Ma le brutte notizie per l’amministratore delegato Lucio Stanca non finiscono qui, dato che dall’articolo 54 della Finanziaria risultano ridimensionati anche i suoi poteri. Con l’obbligo di un monitoraggio trimestrale dei conti e soprattutto delle uscite affidato alla Presidenza del consiglio e ai ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture. Nel testo del governo si legge che «fatto salvo il finanziamento integrale delle opere» per cui sono stati stanziati complessivamente 1,4 miliardi, «può essere utilizzata per la gestione ordinaria una quota non superiore al 4 per cento delle risorse autorizzate» a patto che facciano la loro parte anche gli altri azionisti, vale a dire Comune e Provincia di Milano, Regione Lombardia e Camera di Commercio di Milano. Già a gennaio, con il «Milleproroghe», Stanca aveva provato a ottenere un margine di manovra più ampio, chiedendo che il 10 per cento degli stanziamenti potessero essere utilizzati per la gestione corrente. Cinque mesi dopo ottiene il 4 per cento. La manovra limita anche i poteri di Stanca sulle assunzioni, spiegando che i contratti e le consulenze «devono essere deliberati esclusivamente dal consiglio di amministrazione della società Expo 2015, senza possibilità di delega». Di fatto ogni decisione in materia dovrà passare per il cda e non potrà essere assunta unicamente da Stanca. La manovra rimarca anche che le assunzioni dovranno avere «in ogni caso presente la finalità di un contenimento dei costi della società, anche successivamente alla conclusione dell’evento espositivo».
Ma c’è ancora un altro passaggio chiave e riguarda il controllo più stretto del governo sui bilanci. Sull’utilizzo delle risorse «per la copertura delle spese di gestione della società Expo 2015 Spa», infatti la società sarà tenuta a inviare «trimestralmente una relazione alla presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero dell’Economia e delle Finanze e al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti».
Ieri a Roma c’erano il sindaco e commissario straordinario del governo per Expo Letizia Moratti e il governatore Roberto Formigoni, convocati per un’audizione al Senato alla commissione Lavori pubblici. «I finanziamenti per le infrastrutture ci sono - assicura Formigoni -. Le cifre sono già state esaminate dal Cipe». Perché l’esposizione universale, come ha ribadito ieri in commissione la Moratti, non è una fiera, ma una grande occasione di sviluppo per l’economia della Lombardia e di tutta l’Italia. Un evento, ha spiegato il sindaco, che lascerà una «nuova spina dorsale della mobilità regionale».

Una rete di nuove infrastrutture che darà «migliori trasporti a privati e imprese, un miglioramento della qualità dell’aria e dei servizi per i cittadini». Le infrastrutture? «I lavori - assicura la Moratti - stanno procedendo nei tempi previsti».

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