Roma - Massimo D'Alema vuole la testa del Cavaliere. Il risultato incassato al primo turno delle amministrative ha galvanizzato l'ex premier dei Ds tanto da spingerlo a invitare Berlusconi a presentare le dimissioni. A D'Alema sfugge, tuttavia, che la consultazione elettorale ha confermato ancora una volta il Pdl come il partito più forte d'Europa. Durante l’ufficio di presidenza del Pdl a Palazzo Grazioli, Berlusconi ha tirato la volata in vista dei ballottaggi di domenica e lunedì senza però risparmiarsi un'amara stoccata nei confronti dei candidati. Secondo il premier, che ha ammesso che non si sarebbe dovuto caricare di significato politico il voto amministrativo, i risultati del primo turno delle elezioni amministrative non sono andati così male come è stato dipinto da certa stampa e soprattutto dall’opposizione che ha dichiarato una vittoria che non c’è.
Il risultato del primo turno Dopo il voto di fiducia di ieri sul dl omnibus la maggioranza è rafforzata e più coesa. Berlusconi guarda al futuro con ottimismo: prima vuole incassare un buon risultato ai ballottaggi del prossimo fine settimana, poi si metterà al lavoro per riformare il fisco. Secondo Berlusconi, il primo turno delle elezioni amministrative non è andato così male come dicono: il risultato sarebbe stato "falsato" dalla stampa di sinistra e dall’opposizione che ha cantato vittoria senza averne alcun motivo. Il Cavaliere sottolinea più volte che il pdl è in campo per restarci: "Ci attendono due anni di lavoro fantastici, non possiamo né dobbiamo sprecare l’occasione, anche perchéè ora che la maggioranza è più forte si possono fare le riforme".
La volata ai ballottaggi Per Berlusconi, il Pdl è tra i partiti più forti in Europa. Nelle elezioni di medio termine, come per l’Italia sono state quelle amministrative, il Pdl - è il ragionamento del premier - si conferma il più forte dei partiti di maggioranza al governo in Europa, avrebbe spiegato il premier. Quindi lancia un chiaro avvertimento: "Dare al secondo turno delle amministrative, le città, in particolare Milano e Napoli, in mano alla sinistra, è pura follia". Il premier avrebbe poi rilanciato la necessità di dare una spinta nuova all’azione riformatrice del governo. "Ora - avrebbe detto il Cavaliere - bisogna spingere l’acceleratore sulle riforme, a partire da quelle fiscali: niente più vessazioni ai cittadini, basta con le ganasce".
D'Alema chiede le dimissione del Cav D’Alema è sembrato chiudere all’ipotesi di un partito unico della sinistra con Pd, Sel e Idv.
"Noi abbiamo formato un grande partito che si è affermato nelle elezioni di gran lunga come la forza principale dell’opposizione e dell’alternativa - spiega D’Alema al Tg3 - altri hanno fatto altre scelte e queste non sono operazioni che si fanno in questo modo, non si possono coscrivere i partiti e ridurli a uno". "Io penso che in Italia ci sarà un moderato pluripartitismo e che l’importante è che le coalizioni funzionino e che ci sia azione unitaria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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