Daria Bignardi invade «La 7»

Laura Rio

da Milano

Di barbarico nel suo programma c’è ben poco. Semmai una buona dose di ironia, alcune domande sfrontate, ospiti brillanti, un fare un po’ ammiccante e poco formale, tutti ingredienti che rendono il suo talk più «glamour» che «invadente». Però piace. Piace così tanto che regala a una rete come La 7 un ascolto alto: nell’edizione autunnale ha avuto una media del 4,3 per cento di share con una puntata (quella del 9 dicembre) arrivata al 6,4. E così Daria Bignardi, con quella sua aria un po’ snob - di quelle donne che o ti sono simpatiche oppure non le sopporti - torna da questa sera sul canale della Telecom in prima serata, in diretta alle 21.30 con le sue Invasioni barbariche (produzione Endemol Italia), per ben dodici settimane. Lei, da quando ha superato in prime time il tetto del 5 per cento, è diventata la signora de La 7, allargando il gruppo della «nicchia intelligente» che si è rifugiata sul settimo canale, che parte da Giuliano Ferrara, passa per Pierino Chiambretti e arriva a Gad Lerner. Ma a lei non piace sentire considerazioni su rifugiati, o censurati. «Io posso parlare solo per me: non sono venuta su La 7 perché non trovavo spazio su altre reti, a Mediaset ho condotto prima il Grande Fratello e poi La Fattoria. E per venire via ho faticato molto a convincere Pier Silvio Berlusconi. In Mediaset non ho mai ricevuto particolari pressioni e a La 7 c’è un ottimo ambiente». Lei, dunque, è una giornalista fortunata in questo mondo televisivo di brutture e sono proprio maligni quelli che continuano a dire che si è voluta rifare una «verginità professionale» dopo aver condotto i reality... «Sciocchezze, a me i reality piacciono, tanto che continuo a guardarli. E la Marcuzzi quest’anno fa proprio bene. Io volevo fare solo qualcosa di diverso, di stimolante».


E così, per iniziare, questa sera avrà in studio Diego Della Valle, Fabio Volo e, se la salute lo permetterà, Patty Pravo. Per le prossime puntate (il 21 aprile) è attesa pure una figlia di Berlusconi, Barbara. «Il mio segreto? - dice la Bignardi - raccontare le storie delle persone come nessuno le ha mai raccontate». Con un tocco «chic».

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