Deboli al Nord

Una notizia è la comunicazione di un fatto di pubblico interesse, possibilmente recente: il che non significa che debba essere solo il pubblico a stabilire i confini di questo interesse, perché altrimenti presto ci ritroveremmo ad aprire le prime pagine col prezzo delle cipolle. Questo per dire che le tre morti sul lavoro che ci sono state in questi giorni (una lunedì e due mercoledì) per molti aspetti sono più notizia di quanto lo siano le mille analisi seguite ai risultati elettorali: tuttavia delle morti è stato dato conto ampiamente da tutti i giornali, mi pare.

Stia dunque tranquilla quell’estrema sinistra alla Diliberto, secondo cui i poveri e gli oppressi ora sarebbero rimasti orfani, tipo che «i diritti dei più deboli possono essere rappresentati soltanto a sinistra» come da lui detto a Ballarò l’altra sera. Ecco, se a proposito delle ultime vittime il manifesto poi magari evitasse di titolare «Profondo nord, stavano lavorando nella ricca Lombardia, roccaforte della Lega», forse è meglio.

Se evitasse, pure, di scrivere che attorno alla fabbrica «non c’era nessuno, i telegiornali avevano già dato la notizia eppure i cittadini non c’erano, tutti rintanati nelle loro case davanti alla televisione», forse è ancora meglio. Se insomma evitassero di tacciare di razzismo ed egoismo coloro che erano elettori della loro sinistra sino alla settimana scorsa, ecco.

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